Ammaliata dalle immagini grottesche che il testo evoca e affascinata dalla forza impetuosa della favola allegorica che parla dell'uomo moderno, l'Associazione culturale Diablogues affronta, oggi e domani, lo spessore e la carica filosofica di un lavoro di Luigi Pirandello con il debutto al Teatro Carcano, 02.55181377, de L'Uomo, la bestia e la virtù, opera teatrale che il drammaturgo sviluppò attorno alla novella Richiamo all'obbligo. «Abbiamo affrontato questo testo - racconta Enzo Vetrano, regista e interprete affiancato da Stefano Randisi - perché incuriositi dalla totale assenza di monologhi e dall'intensità dei dialoghi permeati della filosofia dell'autore».
Messo in scena per la prima volta nel 1919, L'uomo, la bestia e la virtù turbò le coscienze, scandalizzando il pubblico di fronte a uno scardinamento delle regole morali e a personaggi senza pudori. Nel rispetto totale della pièce, senza tagli né aggiunte, Vetrano ha allestito uno spettacolo che porta il suo imprimatur personale.
Tutta la vicenda si sviluppa attorno a un armadio dal quale entrano ed escono i personaggi. «Da lì passano le persone che vogliono vivere e raccontano la storia, rifugiandosi e nascondendosi». Nei panni del trasparente Paolino, Vetrano dà voce al rispettabile professore, amante della signora Perella, moglie trascurata di un capitano di marina fedifrago, violento e irascibile, la cosiddetta bestia.
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