
Non è tanto l'inchiesta perché, anche nelle file dell'opposizione fino a che non arriveranno sentenze (se mai arriveranno), nessuno chiede al sindaco Giuseppe Sala di farsi da parte. Il problema però è politico e ciò che preoccupa è che le indagini, le richieste d'arresto per un Assessore mettano in pericolo non solo l'immagine del Comune ma rischino di affossare una volta per tutte lo sviluppo urbanistico di una città che negli ultimi anni, al di là di ciò che riluce ed è sotto gli occhi di tutti, è stata per alcuni aspetti trascurata e dimenticata. Un esempio sono gli impianti sportivi di base, quelli che dovrebbero garantire lo sport per tutti. Lo sport come diritto e servizio, "scialuppa di salvataggio" per togliere giovani e meno giovani dalla cattiva strada e dai guai in genere, per dare, anche a chi non può permetterselo la possibilità di misurarsi, di star bene oppure più semplicemente fare un tuffo o una nuotata d'estate quando il mare è una chimera e la città una trappola d'afa.
Pochi giorni fa è stata occupata da alcuni esponenti dell'Assemblea "Lotta per la casa" la piscina Argelati in via Segantini, in zona Navigli. Al di là dei modi e delle ragioni che si possono riassumere nel testo di un volantino distribuito davanti all'impianto che lamenta "un contesto in cui a causa del caro vita e dei processi di riqualificazione espelle dalla città le fasce più povere della popolazione portando alla svendita e privatizzazione del patrimonio pubblico", rileva il fatto che il blitz all'Argelati è solo l'ultimo di una lunga serie purtroppo e dà il polso di una situazione impiantistica disastrosa di cui poco si parla anche perchè il dibattito degli ultimi anni ruota ormai solo intorno all'infinita vicenda dello stadio Meazza. Si parla solo di piani di fattibilità, progetti, abbattimenti, ristrutturazioni, nuove aree, fughe in avanti verso Rozzano e San Donato, retromarce, ripensamenti, dichiarazioni di interessi, incontri ed ora pare che anche le dimissioni o meno del sindaco dipendano dal progetto del nuovo Meazza, condicio sine qua non per andare avanti o farsi da parte. Non poco. Intanto lo sport "minore" annaspa col grido di dolore di tante società sportive costrette a fare i salti mortali per trovare impianti e spazi per far allenare i propri giovani.
Si diceva dell'Argelati ma è critica la situazione di tante altre piscine a cominciare dal Saini, uno dei centri più frequentati da atleti, atleti paralimpici e nuotatori, chiuso fino alla prossima estate per una ristrutturazione. Stesso discorso, anche peggio, per Lido, Scarioni loro pure chiuse per cambi di gestione e ristrutturazioni più o meno in corso e più o meno a tempo indeterminato. Non solo. Milano è una delle poche città europee a non avere un impianto indoor e una pista di atletica omologata per le competizioni. L'Arena non è più in regola per ospitare meeting e gare, il Centro Luigi Carraro in via dei Missaglia ha una pista fatiscente, il Giuriati gestito dal Politecnico non ha una struttura omologata.
Altro "caso di scuola" che mostra quanto lo sport praticato non sia in cima ai pensieri di chi dovrebbe invece garantirlo è l'Agorà, il palazzo del ghiaccio che, con le olimpiadi invernali alle porte, averebbe dovuto, nel Paese del buonsenso, essere al centro delle attenzioni è invece fuori uso da più di due anni. Una storia triste che ricorda un po' quella del palasport di San Siro rovinato dalla grande nevicata del 1985 e poi lasciato crollare da amministrazioni incapaci di porvi rimedio. Così in questi anni il tempio dei "Devils", teatro di sfide Tricolori e non solo, è diventato tristemente prima un bivacco, poi un rifugio per senzatetto e, dopo l'occupazione di un centro sociale, più o meno un mese fa anche incendiato. E' stato lasciato lentamente "morire" da un'amministrazione che in qualche caso ha raccolto eredità compromesse ma che avrebbe avuto in questi anni tutto il tempo per rimediare e invece non lo ha fatto. L'Agorà è il simbolo di una gestione "distratta", probabilmente in altre faccende affaccendata, che su questi temi non pare per nulla ispirata alla "diligenza del buon padre di famiglia".
"L'occupazione della piscina comunale Argelati è l'ennesimo fallimento della sinistra milanese, che ha lasciato all'abbandono tantissimi immobili pubblici, portandoli al degrado e consegnandoli all'abusivismo- conferma Marco Bestetti, Consigliere Regionale di Fratelli d'Italia- E' sconcertante che, nonostante la situazione degli impianti sportivi comunali sia molto grave, il Comune di Milano non abbia neanche partecipato al bando di Regione Lombardia che metteva a disposizione cento milioni di euro proprio per la riqualificazione degli impianti. I responsabili del degrado e delle occupazioni sono dentro Palazzo Marino e quando ci chiedono le ragioni per cui invochiamo le dimissioni della Giunta Sala ci riferiamo proprio a queste situazioni inaccettabili".