
C'era una volta lo sport per tutti. Lo sport come diritto e servizio, "scialuppa di salvataggio" per togliere giovani e meno giovani dalla cattiva strada e dai guai in genere, per dare, anche a chi non può permetterselo la possibilità di misurarsi, di star bene oppure più semplicemente fare un tuffo o una nuotata d'estate quando il mare è una chimera e la città una trappola d'afa. Se mai c'è stato, quello sport lì c'è sempre meno. "Non solo le piscine ma anche i centri sportivi chiusi sono lo specchio della gestione disastrosa della sinistra milanese - attacca in una nota Francesco Rocca, consigliere comunale di Fratelli d'Italia - Le chiusure provocano profonde ferite alla città, aumentano la disuguaglianza sociale e il disagio, soprattutto nei quartieri periferici dove questi centri sono punto di riferimento per le famiglie e i giovani, perché spesso unici luoghi d'incontro e di socialità".
I centri chiudono e sono numerosi i casi in città come lo stadio del ghiaccio Agorà ormai gravemente danneggiato e ripetutamente occupato abusivamente, la Masseroni Marchese di via Madruzzo, centro sportivo con scuola calcio e centinaia di iscritti oggi desolati campetti da calcio e padel prenotabili tramite "app".
"Potremmo andare avanti con l'elenco- continua Rocca- l'ex Palasharp, il centro sportivo Carraro al Gratosoglio dal cronoprogramma dei lavori incerto, San Paolino alla Barona, centro sportivo che rischia la chiusura. La mancanza di sensibilità e attenzione provoca disastri ai quartieri. La sinistra milanese se ne sta rendendo conto?"