Nostro inviato a Bari
Procuratore Marco Dinapoli, si era occupato dell'inchiesta Arcobaleno prima che Emiliano prendesse aspettativa?
«No, non ce n'era motivo. Emiliano era (anzi, lo è ancora) un bravissimo collega».
Non sarebbe stato più opportuno anticipare il passaggio di un fascicolo così delicato?
«Senza le dimissioni o l'aspettativa, non ce n'era motivo. E poi ho apprezzato che Emiliano abbia voluto concludere le indagini prima di togliersi la toga, aveva lavorato quattro anni e ha voluto mettere il tassello finale».
Quindi lei è ripartito da zero?
«No, le indagini preliminari le ha chiuse lui. Ma tra il deposito degli atti e le richieste del pm scatta una fase intermedia che impone una serie di adempimenti: interrogatori, supplementi di indagini, cose così».
Il dottor Emiliano le avrà dato una mano...
«Da quando ha preso l'aspettativa non l'ho più visto. È stata una perdita per la procura, dal mio punto di vista avrei preferito che continuasse a fare il giudice. Era la memoria del processo. E siccome sono un magistrato all'antica, mi sono sobbarcato questo lavoraccio».
Che cosa vuol dire «all'antica»?
«Vede, avrei potuto prendere le conclusioni di Emiliano e firmarle ma non ho mai lavorato così. Io sono abituato a farmi il mio convincimento approfondito prima di formulare qualsiasi richiesta. Ho letto tutto perché voglio evitare di mandare a giudizio una persona con prove che poi si sciolgono come neve al sole».
Ha acquisito elementi nuovi?
«No. Emiliano aveva svolto un lavoro preciso e rigoroso».
In molti hanno sospettato che la candidatura di Emiliano preludesse all'insabbiamento di un'inchiesta così scomoda.
«Sono valutazioni fuori dal mio terreno. Io mi attengo ai fatti».
I fatti dicono che dopo quasi sette anni di indagini la procura di Bari non ha ancora preso nessuna determinazione.
«Sono un po' in ritardo, lo so, e mi sento un po' a disagio. Ma devo leggere, verificare tutto ed esporre il mio pensiero in maniera completa. Sono vecchia scuola, scrivo tanto perché la motivazione è fondamentale a garanzia degli indagati. E poi non ho solo questo fascicolo per le mani. La procura è in sofferenza. E i gip sono pochi».
Non poteva assegnare il caso ad altri colleghi?
«Io coordino il gruppo di sostituti che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione. I colleghi erano molto gravati e io sono abituato a non tirarmi indietro».
Quando pensa di presentare le sue richieste?
«Speravo di chiudere tutto entro Natale, ma ho dovuto occuparmi di altri grossi casi, come la bimba morta per denutrizione. Sono comunque a buon punto e confido di farcela entro l'estate, prima del 23 luglio: quel giorno parto per le ferie».
E l'udienza preliminare quando potrebbe essere fissata?
«Fissare il calendario non dipende da me».
Non c'è il rischio che finisca tutto in prescrizione?
«Bella domanda. La nuova legge ha ridotto i tempi, farò i calcoli appena possibile».
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