Un po’ di pace aiuterà il governo a fare meglio

Deo gratias. Salvo contrordini, sempre possibili nel Popolo della libertà, Gianfranco Fini dovrà fare le valigie e sloggiare dal partito che ha contribuito a fondare, pentendosene subito dopo. L’ufficio di presidenza ha approvato due documenti: uno in cui si sfiducia politicamente il presidente della Camera; l’altro in cui si deferiscono ai probiviri Granata, Bocchino e Briguglio per il loro comportamento più affine alla linea dell’opposizione che non a quella della maggioranza.
Si tratta di formalità diciamo pure burocratiche, ma indispensabili secondo lo statuto per ufficializzare la posizione eretica dei quattro ex di Alleanza nazionale. Cosa significa in pratica tutto ciò?
Primo.

Che Berlusconi ha deciso dopo aver tentennato di far fuori Fini, cioè l’uomo che dall’inizio lo ha contestato dicendogliene di tutti i colori: sei un dittatore, hai scambiato il partito per una caserma, non condivido la tua ostilità verso la magistratura, ho idee diverse dalle tue in vari campi, dall’immigrazione alle strategie economico-finanziarie (...).

- Potete leggere l'editoriale del direttore Vittorio Feltri sul Giornale in edicola oggi

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