Una non notizia. Che per una giornata è riuscita, tuttavia, a innescare uno scontro politico nato dal niente. O meglio dal «fumo». Tutto comincia a Davoli, paesotto arroccato sopra il golfo di Squillace, Catanzaro. Da queste parti la proverbiale severità dei carabinieri è più che un modo dire. E laltra notte i Benemeriti, della locale stazione, ne hanno dato dimostrazione. Scatenando un putiferio. I paesani ricordano che non è la prima volta.
Il maresciallo di Davoli, imbarazzato, rifiuta di parlare. Lui rimanda le domande ai colleghi, superiori, di Soverato. Che a loro volta scaricano sul Comando provinciale di Catanzaro. Ma cosè accaduto? Semplice: due arresti per droga forse un po affrettati. Cè voluta qualche ora perché il pm di turno leggesse gli atti e rimettesse gli arrestati in libertà. Erano stati trovati con 3,6 grammi di hashish e su questa quantità si è scatenata da sinistra la cagnara politica. Accuse, reazioni e controreazioni. Ecco alcuni esempi. La Rosa nel Pugno e gli antiproibizionisti che sbraitano: «Questa è una conseguenza della legge Fini, del proibizionismo di destra. Incredibile essere arrestati per uno spinello». E i verdi che incalzano: «Quella legge si accanisce sui consumatori».
Ma che centra la legge? Verrebbe da dire. E infatti lo diciamo. La legge Fini stabilisce precisi quantitativi che fanno scattare gli arresti.
Poca droga tanto chiasso
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