Politica economica

Così "l'Asse dei 28" ha spaventato Bruxelles

Il lavoro sottotraccia dell'alleanza tra i territori altamente industrializzati. Il manifesto: "La transizione ecologica è un processo che dobbiamo guidare, non subire"

Così "l'Asse dei 28" ha spaventato Bruxelles

Il rinvio a domani del voto da parte del Coreper, il Comitato composto dai capi o vicecapi delegazione degli Stati membri dell`Ue, è il chiaro segnale dell`«effetto boomerang» per Bruxelles dopo l`ok dell`Europarlamento alla condanna a morte dei motori termici dal 2035.

La posizione contraria dell`Italia, subito espressa dal nuovo premier Giorgia Meloni, ha dato la «scossa» ad altri Paesi. Tra questi, c`è anche la potente Germania, quindi la Polonia e la Bulgaria. Insomma, a prevalere sono i timori di pesanti ripercussioni sull`economia e l`occupazione con la contestuale perdita di competitività nei confronti di una Cina pronta a far dell`Europa un solo boccone. Tante, dunque, le pressioni e tanti i dubbi che cominciano ad assalire anche esponenti della stessa Commissione Ue, fino a ieri certi che il diktat a favore di una mobilità solo elettrica dal 2035 (produzioni e vendite) non avrebbe trovato particolari ostacoli.

E, invece, il vento è girato, grazie anche al lavoro incisivo (e sottotraccia) svolto dall`Alleanza delle regioni europee contrarie al bando dei motori endotermici, un gruppo al quale hanno aderito 28 territori altamente industrializzati e preoccupati da questa svolta dal sapore fortemente ideologico. Costituitasi nel novembre 2022, ne fanno parte, per l`Italia, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, Abruzzo e Molise; quindi, le regioni tedesche Sassonia, Baden-Württemberg, Baviera, Sassonia-Anhalt e Saarland; quelle spagnole di Valencia, Navarra, Andalusia e Castiglia e León; e le francesi Grand Est e Borgogna-Francia-Coté. A ricoprire la carica di vicepresidente è stato Guido Guidesi (nella foto sotto), prima delle recenti elezioni regionali, assessore allo Sviluppo economico della Lombardia. «La transizione è un processo che dobbiamo guidare, non subire», recita, in proposito, il manifesto dell`Alleanza tra regioni.

Guido Guidesi
Guido Guidesi

A Bruxelles, a questo punto, cresce la consapevolezza che ci sarà sempre più battaglia. E a rendersene conto è soprattutto la Svezia, a cui spetta la presidenza semestrale di turno del Consiglio Ue, Paese da sempre favorevole alla svolta elettrica e che annovera l`ormai «cinese» Volvo (a controllare il gruppo è il colosso Geely), tra le più attive nel promuovere l`alimentazione a batteria. Proprio dal Paese scandinavo, che a gennaio ha visto crollare le vendite di auto elettriche, giungono indiscrezioni di accese discussioni all`interno della stessa Commissione Ue sull`efficacia del piano unilaterale verso il «tutto elettrico». «C`è tensione nell`aria perché ci si rende ora conto degli obiettivi utopistici e irraggiungibili nei tempi previsti», rivela una fonte.

«A questo punto - commenta Andrea Taschini, manager automotive ed esperto di problematiche industriali - credo che una volta aperti dei varchi di ragione nelle posizioni "taleban-ambientaliste" oggi dominanti nel Parlamento europeo, altri Stati si uniranno al veto, riaprendo finalmente le porte al sano principio della neutralità tecnologica».

Resta da vedere l`esito del voto di domani. Cosa accadrà se dovessero spuntarla i «ribelli»?

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