
Dopo l'accordo con l'Unione europea, gli Usa puntano a stringere un nuovo accordo commerciale con la Cina. È per questo motivo che Washington ha deciso di prendere tempo congelando le restrizioni sulle esportazioni di tecnologia verso Pechino per evitare da un lato di compromettere i negoziati in corso e dall'altro per aiutare il presidente Donald Trump a strappare un incontro con l’omologo Xi Jinping entro la fine dell'anno.
Lo riporta il Financial Times, a poche ore dal nuovo round negoziale di Stoccolma tra le delegazioni di Usa e Cina, citando più fonti vicine al dossier, secondo cui al Bureau of Industry and Security del Dipartimento del Commercio americano, che gestisce i controlli sull’export, è stato chiesto negli ultimi mesi di evitare mosse dure contro la Cina. In evidenza i microchip H20 di Nvidia.Tajani: "Istituita task force sui dazi alla Farnesina"
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha annunciato l'istituzione di una task force permanente sui dazi alla Farnesina per dare sostegno alle imprese durante l'incontro svolto nel pomeriggio con i rappresentanti delle imprese, ai quali ha spiegato come i negoziati con le controparti statunitensi andranno avanti nei prossimi giorni per meglio definire i dettagli in alcuni settori, tra cui alcuni di specifico interesse per l'Italia, come quello viti-vinicolo.
Nel corso dell'incontro con le imprese - fa sapere la Farnesina in una nota - sono stati illustrati i contenuti dell'intesa di principio raggiunta tra la Commissione europea e gli Stati Uniti che prevede un dazio orizzontale sulle merci europee del 15%, comprensivo del dazio medio in vigore ai sensi dell'Omc, pari al 4,8%. L'intesa - precisa il ministero - prenderà forma tramite una dichiarazione congiunta con gli Stati Uniti (intesa quadro), che dovrebbe essere finalizzata a livello tecnico nei prossimi giorni. La dichiarazione congiunta non è giuridicamente vincolante. Gli impegni in essa contenuti verrebbero declinati in un secondo momento in un accordo sul commercio reciproco. L'accordo prevede - tra gli altri - anche prodotti sottoposti a regime 'zero-for-zerò, un impegno europeo ad aumentare gli acquisti dagli Stati Uniti, un impegno politico a collaborare per mantenere aperte le catene di fornitura in materia di minerali critici e l'impegno europeo a tenere conto delle "preoccupazioni americane" nel contesto dell'agenda sulla semplificazione. Il governo italiano ha già chiesto a Bruxelles di attivare un servizio di monitoraggio europeo sull'impatto dell'accordo sui dazi - aggiunge la nota - e continuerà a lavorare anche per rafforzare il Mercato Unico, semplificare le regole, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze. "In tale prospettiva, il governo reitera il forte impegno a perseguire con determinazione la strategia di diversificazione dei mercati di destinazione dell'export, attraverso l'attuazione del Piano d'Azione per l'Export nei mercati extra-UE ad alto potenziale per accompagnare le imprese italiane verso nuovi mercati a forte crescita e promuovere l'internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale. Tale strategia si fonda anche sul rafforzamento degli strumenti di promozione dell'ICE, inclusi quelli che riguardano la partecipazione delle imprese italiane alle fiere di rilevanza internazionale, sui finanziamenti agevolati di Simest e su un'ulteriore ampia estensione della Push Strategy di Sace per raggiungere nuovi mercati e nuovi clienti internazionali". Alla riunione - fa sapere la Farnesina - hanno partecipato le agenzie del Sistema Italia - Ice, Sace, Simest e Cdp, la Rappresentanza Permanente italiana a Bruxelles, l'Ambasciata italiana a Washington e i rappresentanti di varie associazioni produttive tra cui Confindustria, Coldiretti, Confapi, Confagricoltura, CNA, Confimi Italia, Federacciai, Farmindustria, Confesercenti, Confartigianato, Confcooperative, Confcommercio, Federlegno e Federvini.
Orsini: "Tutto ciò che è oltre allo zero è un problema"
"Per noi tutto quello che è oltre allo zero è un problema. Oggi l'impatto del 15% dei dazi vuol dire per le imprese italiane 22,6 miliardi di probabile vendita verso gli Usa. Ma noi stiamo sottovalutando una cosa: non è solo l'impatto dei dazi, è anche la svalutazione dollaro-euro, che per noi vuol dire oggi incrementare il dazio di un 13%, che altri paesi extraeuropei hanno una media del 2%. Difficilmente recuperabile". Lo ha detto il presidente di Confindustria Emanuele Orsini al Tg1.
Casa Bianca: "Con Ue colossale accordo storico"
"Colossale", "storico": così la Casa Bianca definisce l'accordo commerciale raggiunto ieri tra Usa e Ue. "Grazie a una leadership decisa e a un impegno incrollabile verso i lavoratori americani, il presidente Trump ha concluso un nuovo accordo che posiziona gli Stati Uniti come principale destinazione mondiale per investimenti, innovazione e manifattura avanzata", si sottolinea nella scheda informative.
Merz: "Insoddisfatto dall'accordo sui dazi, danno considerevole alla nostra economia"
"Non sono soddisfatto di questo risultato, ma penso che non fosse possibile ottenere di più tenendo presente la posizione di partenza che avevamo con gli Stati Uniti d'America. Sappiamo che l'economia tedesca subirà un danno considerevole a causa di queste tariffe". Lo ha detto il cancelliere federale Friedrich Merz incontrando la stampa al termine della riunione del Consiglio di sicurezza.
Il cancelliere tedesco ha espresso la sua convinzione che i dazi "non siano nell'interesse degli Stati Uniti d'America" e ha sottolineato che "non ci sarà solo un tasso di inflazione più elevato, ma anche un impatto sul commercio transatlantico nel suo complesso". Merz ha poi voluto ringraziare la Commissione europea per aver condotto queste trattative e ha ricordato "che i governi francese e italiano in particolare, insieme a quello tedesco, sono stati fortemente coinvolti nei colloqui. Personalmente non mi aspettavo nulla di più di questo risultato, che, lo ripeto, non può soddisfarci, ma era il meglio che si poteva ottenere nella situazione data".
Colloqui tra Ue e Usa più avanti su superalcolici e vino
Le "discussioni" tra l'Ue e gli Usa sull'eventuale abbassamento reciproco a zero dei dazi sui superalcolici e sui vini sono "ancora in corso", quindi non si conosce ancora l'esito, ma "a quanto sembra, siamo più avanzati sui superalcolici che sul vino". Lo ha spiegato a Bruxelles un alto funzionario Ue, all'indomani dell'accordo commerciale tra Ue e Usa, basato sull'imposizione di dazi unilaterali da parte degli Usa del 15% sulla maggior parte delle merci importate dall'Ue. L'accordo prevede però anche l'abbassamento a zero dei dazi reciproci su alcuni prodotti agricoli. "Stiamo continuando" i negoziati con gli Usa sulle due categorie merceologiche, ha concluso la fonte. Ieri la presidente Ursula von der Leyen ha detto che su vini e superalcolici non era ancora stato raggiunto alcun accordo con Washington.
Trump: "Accordo con Gran Bretagnia migliore di quello con l'Ue? Abbiamo una relazione speciale"
"Abbiamo una relazione molto speciale con questo Paese". Così Donald Trump risponde al giornalista che gli chiede perché abbiamo raggiunto con il Regno Unito "un accordo commerciale migliore" di quello raggiunto con la Ue. Ricordando che sua madre è nata nel Regno Unito, Trump ha aggiunto che "questo ha sempre un impatto, voglio vedere questa parte del mondo andare bene".
Dazi azzerati dall'Ue su alcuni prodotti Usa
Nell'ambito dell'accordo commerciale stretto ieri tra gli Usa e l'Ue in Scozia l'Unione si è impegnata ad azzerare le tariffe sull'importazione di una serie di prodotti agricoli, della pesca e industriali americani, incluse le automobili, che attualmente vengono "daziati" con tariffe molto basse, nell'ordine del "2-4%", cosiddette "nuisance tariffs", dazi di disturbo, troppo basse per proteggere il settore europeo corrispondente. Lo ha spiegato un alto funzionario Ue, a Bruxelles all'indomani dell'annuncio dell'intesa che prevede dazi Usa unilaterali e generalizzati al 15% sulle importazioni dall'Ue. L'elenco dei prodotti individuati dalla Commissione "include prodotti agricoli, prodotti agricoli non sensibili e prodotti della pesca, nonché prodotti industriali", per un volume di scambi di circa 70 miliardi di importazioni. L'Ue è disposta a "ridurre a zero" i dazi, come risultato delle discussioni di ieri. L'elenco dovrebbe essere pubblicato nel contesto della finalizzazione della dichiarazione congiunta, che dovrebbe avvenire entro venerdì prossimo, primo agosto. Si tratta, per esempio, della frutta a guscio importata dagli Usa nell'Ue e del prolungamento dell'accordo sulle aragoste, il Lobster Deal, raggiunto nel 2020, un mini-accordo commerciale che prevede l'azzeramento dei dazi sulle aragoste importate dagli Usa nell'Ue, in cambio della riduzione dei dazi Usa su alcuni prodotti europei. L'elenco comprenderà anche "alcuni pesci lavorati", e alcuni tipi di "pesce crudo". Si tratta anche di "formaggi, alcuni latticini, cibo per animali domestici". Anche per le "auto" importate nell'Ue, per le quali l'Unione aveva concordato di scendere alla tariffa della nazione più favorita, pari al 2,5%, "siamo pronti ad andare a zero", come pure per alcuni macchinari, per alcuni prodotti chimici e per i fertilizzanti, ha aggiunto la fonte.
Per contro, ha spiegato l'alto funzionario, gli Stati Uniti hanno riconosciuto di non poter fare a meno delle esportazioni dell'Ue in una serie di casi. È per questo che si parla di dazi zero per certi dispositivi medici e di certi prodotti farmaceutici importati negli Usa dall'Ue. L'esenzione dovrebbe riguardare anche altri prodotti, le risorse naturali non disponibili, cose che negli Stati Uniti non hanno. Per esempio, il sughero, per il quale gli Usa dipendono dalle importazioni dall'Europa. Queste sono cose che "sono pronti a concedere". Ci sono poi alcune "esenzioni settoriali". E, in questo ambito, "la più importante" finora ottenuta dall'Ue riguarda "gli aeromobili e i ricambi aeronautici", che "sarà parte della dichiarazione congiunta". Ci sono "discussioni ancora in corso", perché le trattative con gli Stati Uniti "non si fermano qui". Stanno solo entrando in una "nuova fase".
Bruxelles difende l'accordo con Trump: "Meglio di una guerra commerciale"
L'accordo con gli Usa sui dazi è meglio di una guerra commerciale. Fornisce stabilità a prevedibilità alle relazioni commerciali ed economiche in una fase di acuta difficoltà sul piano geopolitico con la guerra in Ucraina ancora lontano dalla conclusione e la concorrenza cinese, che non è più soltanto economico-tecnologica. E poi l'accordo sancito in terra irlandese fra Trump e von der Leyen non mette in discussione l'autonomia dell'Unione nella definizione delle regole del mercato interno, a cominciare dalla tassazione per finire con le normative sui gruppi digitali. Sono questi gli argomenti con i quali la Commissione europea ha difeso l'intesa sui dazi: sostanzialmente prevale un senso di rassegnazione, non certo di vittoria. Il commissario al commercio Maros Sefcovic ha detto chiaro e tondo alla conferenza stampa a Bruxelles stamattina: "Alcuni credono ancora si possa tornare alla situazione precedente il 2 aprile, credo che guardando agli accordi stipulati tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali nelle ultime settimane o al numero di lettere che stabiliscono le nuove tariffe doganali da qui al primo agosto, sia abbastanza ovvio che il mondo che c'era prima del 2 aprile sia svanito, dobbiamo semplicemente adattarci, dobbiamo affrontare le sfide che derivano da questo nuovo approccio. L'intesa raggiunta è al 100% meglio di una guerra commerciale". Per lo più è una posizione nella quale si ritrova la maggior parte dei governi, in primo luogo quelli tedesco e italiano
Ue: "L'acquisto di armi non fa parte dell’intesa sui dazi"
L’acquisto di armi non è un tema di competenza della Commissione europea e nel pacchetto negoziale sui dazi con gli Stati Uniti “non sono state inserite cifre specifiche”: “si tratta piuttosto di un’aspettativa espressa dal presidente Trump in merito all’aumento della spesa per la difesa in Europa, che potrebbe tradursi in maggiori commesse per l’industria militare statunitense. Ma non è stato incluso nei calcoli ufficiali”. Lo precisano fonti Ue all’indomani dell’accordo commerciale con Washington.
Fonti: 750 miliardi energia da Usa stima, non impegno
I 750 miliardi di euro di commodities energetiche, “petrolio, gas e nucleare”, che gli Usa dovrebbero vendere all’Unione Europea in tre anni, di cui ha parlato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, non costituiscono un “impegno” dell’Ue, perché non sarà la Commissione Europea ad acquistarle, bensì “le compagnie” private europee. Lo spiega un alto funzionario Ue, a Bruxelles all’indomani dell’accordo tra Usa e Ue in materia commerciale.
"Su esenzioni a dazi Usa per il vino negoziamo"
"Le trattative" su possibili esenzioni per il vino "sono ancora in corso, al momento non c'è una tempistica precisa, ma sembrano esserci progressi più significativi sul fronte dei distillati". Lo spiegano fonti Ue all'indomani dell'accordo sui dazi raggiunto con gli Stati Uniti che prevede una tariffa del 15% anche per l'agroalimentare europeo con alcune eccezioni da definire.
Bayrou: "Giorno buio, l'Ue si sottomette"
"È un giorno buio quello in cui una alleanza di uomini liberi, riuniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, si rassegna alla sottomissione". Così sul suo profilo X il primo ministro francese Francois Bayrou commentando l'accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione europea.
Borsa: Milano +0,8% con StM, Stellantis, Bpm e Unicredit
La Borsa di Milano conferma l'andamento positivo dell'avvio con il Ftse Mib che sale dello 0,8% a 41.047 punti. Dopo l'intesa sui dazi tra Ue e Stati Uniti, tra i migliori StM (+2,79%) e Stellantis (+1,3%) mentre sul settore della difesa pesa la promessa di un investimento di 750 miliardi in armi americane. Leonardo cede il 2%. Il colosso italiano è anche in lizza insieme alla tedesca Rheinmetall (-2,51% a Francoforte) per acquisire il ramo difesa di Iveco (-1,6%). Sempre in evidenza i bancari con Banco Bpm (+1,74%) anche dopo il passo indietro da parte di Unicredit (+1,7%). Lo spread tra Btp e Bund resta sui minimi da settembre 2008. Il differenziale oscilla su quota 82,8 punti con il rendimento del decennale itali che cala al 3,52%.
La Borsa di Milano non strappa, ma apre in buon rialzo
Le principali borse europee aprono con il segno positivo, all'indomani dell'accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione europea. A Francoforte il Dax avanza dello 0,86%, mentre il Cac 40 di Parigi scatta a +1,17%. A Londra il Ftse 100 segna +0,44%. Sulla piazza asiatica, Tokyo ha chiuso in netto calo, con il Nikkei a -1,05% e 41.020 punti. La Borsa di Milano non strappa, ma apre in buon rialzo. Il Ftse Mib sale dello 0,91% a quota 41.097 punti.
Borse, Europa verso avvio in rialzo dopo accordo Usa-Ue su dazi
Si preparano ad aprire in rialzo le Borse europee, all'indomani dell'annuncio del tanto atteso accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione europea, con i future sull'EuroStoxx 50 in rialzo dell'1,25% e quelli sul Ftse Mib dello 0,84%%. Ieri, infatti, il presidente americano, Donald Trump, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno annunciato un'intesa che fissa la tariffa di base al 15% per i beni europei, comprese le automobili. Lo scenario peggiore - che vedeva dazi al 30% secondo la lettera inviata da Trump all'Ue - è stato quindi evitato, anche se ci sono ancora alcuni dettagli da definire, come per esempio i prodotti per i quali sono previste tariffe zero da entrambe le parti.
Meloni: "Battersi ancora sui dazi, vediamo le esenzioni"
"Giudico positivamente il fatto che si sia raggiunto un accordo, continuo a pensare che un escalation commerciale tra Europa e Stati Uniti avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e devastanti. La base di dazi al 15%, se ricomprende la base precedente dei dazi che in media erano al 4,8%, differentemente da quello che prevedeva il precedente accordo che sommava i dazi precedenti, secondo me è una base sostenibile, dopo di che ovviamente bisogna andare nei dettagli. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, prima di partecipare alla plenaria del vertice Onu sui sistemi alimentari ad Addis Abeba.
"Bisognerà studiare i dettagli dell'accordo, bisognerà lavorare ancora sull'accordo perché quello sottoscritto ieri è di massima, giuridicamente non vincolante, quindi nei dettagli bisogna ancora andare, c'è ancora da battersi".Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando con i cronisti ad Addis Abeba dell'intesa sui dazi tra Usa e Ue. Ad esempio "bisogna verificare quali sono le possibili esenzioni, particolarmente su alcuni prodotti agricoli, ci sono una serie di elementi che mancano così come non so a che cosa ci si riferisca quando si parla di investimenti, acquisto di gas" eccetera, "questo non sono in grado di valutarlo finché non ho i dati chiari.
Quello sottoscritto ieri a Turnberry, in Scozia, fra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump "è un accordo di massima, giuridicamente non vincolante". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un punto stampa da Addis Abeba. "Quindi nei dettagli bisogna ancora andare e c'è da battersi, e all'esito di questo lavoro - a livello nazionale ed europeo - e lavorare per aiutare quei settori che dovessero essere particolarmente coinvolti", ha aggiunto.
Parigi: "L'accordo tra Ue e Usa porta stabilità temporanea, ma è sbilanciato"
Il ministro francese per gli Affari europei Benjamin Haddad ha dichiarato oggi che l’accordo commerciale concluso tra Stati uniti e Unione europea presenta alcuni vantaggi, come le esenzioni per settori chiave dell’economia francese ad esempio quello degli alcolici, ma risulta squilibrato. "L’accordo commerciale negoziato dalla Commissione europea con gli Stati uniti apporterà una stabilità temporanea agli operatori economici minacciati dall’aumento dei dazi statunitensi, ma è squilibrato", ha scritto il ministro sul social network X.
Ue e Usa lavorano a quote comuni su acciaio e alluminio
Bruxelles e Washington hanno discusso "un’unione dell’acciaio e dei metalli, che riflette un’intesa comune", nella quale si riconosce che la vera sfida è la sovraccapacità a livello globale. "Vi è stato un ampio consenso sulla necessità di collaborare come alleati" e «coordinarsi contro la concorrenza sleale di Paesi terzi". Ue e Usa stanno lavorano a "un sistema di contingenti tariffari" su acciaio e alluminio "basato sui flussi commerciali storici, accompagnato da una politica comune per gestire le importazioni extra Ue e Usa". Lo si apprende a Bruxelles dopo l’accordo sui dazi che per i metalli industriali prevede tariffe del 50%.