"Muro alla concorrenza sleale cinese". L'appello dal G7 di Stresa

La concorrenza sleale cinese sul tavolo del meeting di Stresa. Giorgetti: "Serve una risposta comune per bilanciare sicurezza e libero commercio". Ma tra i G7 emergono differenze di vedute

"Muro alla concorrenza sleale cinese". L'appello dal G7 di Stresa
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Il G7 delle Finanze di Stresa si è aperto con gli elogi all'Italia. Non per il luogo incantevole del meeting, ma per la scelta del governo italiano di mettere sul tavolo alcuni dei più decisivi temi strategici. "Voglio complimentarmi con il ministro Giancarlo Giorgetti per l'approfondita focalizzazione sull'intelligenza artificiale. Mi ha colpito il fatto che di tanti G7 questo è il primo che abbia dedicato così tanto tempo a discutere cosa significhi l'intelligenza artificiale per il mercato del lavoro, per la crescita economica negli anni a venire e per tutte le componenti dell'economia", ha affermato il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, incontrando i giornalisti durante una pausa dei lavori.

La concorrenza sleale cinese sul tavolo al G7

Ma nel primo giorno del G7 dell'economia si è discusso anche e soprattutto di un altro tema destinato a influenzare i mercati globali. "Abbiamo parlato della overcapacity cinese e della necessità di trovare delle corrette regole per bilanciare sicurezza e libero commercio in una fase nuova della globalizzazione", ha spiegato il nostro ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, auspicando che a livello di Paesi G7 "si trovi una linea comune, una comune visione e forse magari anche una comune risposta". E a sollecitare una risposta corale e condivisa è stato anche il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

"Serve una risposta comune, perché si tratta di produzioni sussidiate dallo Stato cinese che arrivano sui mercati internazionali in settori decisivi per le nostre economie", ha affermato l'ex premier italiano. Il rischio da evitare - ha sottolineato di nuovo Giorgetti - è che i vari Paesi si muovano in ordine sparso e che quindi si scateni una competizione interna controproducente. "L'utilizzo dei dazi sull'overcapacity della Cina è un tema. Quello che non può e non deve accadere e che ci sia una competizione addirittura all'interno dei paesi del G7, questo sarebbe sconveniente", ha spiegato Giorgetti.

"Fare fronte comune". Ma emergono differenze

Gli ha fatto eco, di nuovo, Gentiloni. "Se vogliamo fare fronte comune dobbiamo evitare che le misure prese possano essere non conosciute o addirittura nocive per molti paesi del G7 delle misure da prendere". Eppure tra i protagonisti del G7 sono già emerse sensibilità diverse sul tema. Gli Stati Uniti, attraverso il Segretario al Tesor, Janet Yellen, hanno prospettato un "muro di opposizione" al commercio sleale cinese, mentre la Francia è apparsa più cauta. "Dobbiamo assolutamente evitare una guerra commerciale con la Cina: non è nell'interesse degli Usa, né della Cina, né dell'Europa", ha affermato il ministro transaplino, Bruno Le Maire. Ancora più prudente la linea tedesca: "Le guerre commerciali non possono essere vinte, producono solo perdenti".

Il prestito all'Ucraina

Sul tavolo del G7, poi, anche la ricerca di una soluzione giuridica sull'impiego a favore dell'Ucraina dei proventi straordinari generati in futuro dagli asset russi congelati. "Speriamo di porre qui le basi per arrivare a una soluzione per il vertice di giugno", ha dichiarato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolineando che si tratta di un "obiettivo politicamente auspicato e auspicabile che ha evidentemente difficoltà tecniche e di regolazione". Il punto è che "serve una regolamentazione europea a 27" perché "ad azioni violente e illegali dobbiamo cercare di rispondere nel modo più legale possibile, proprio per marcare la differenza del sistema di valori tra le democrazie occidentali e la Russia". Ma i nodi da sciogliere sull'argomento restano ancora parecchi. Sul tavolo delle discussioni del G7 ci sono due proposte riguardo l’uso dei proventi degli asset russi sequestrati dopo l'invasione dell’Ucraina. I leader a Stresa dovranno valutare quale tra essi sia "il più conveniente e più efficiente", ha affermato il ministro francese Le Maire. Ma non tutti i Paesi hanno il desiderio di accelerare sull'argomento.

La global tax

Il terzo tema in discussione è la global tax. "Io mi batto ormai da sette anni per riformare il sistema di tassazione internazionale e intendo davvero lottare con la stessa determinazione per una tassazione minima delle persone più ricche al mondo. È una questione di giustizia. È una questione di efficienza. Su questo punto non ci siamo ancora", ha sollecitato il ministro francese Le Maire. Più pragmatico sul tema Gentiloni: "Penso che nuovi passi avanti si potranno fare al G20 Rio de Janeiro, perché la discussione è molto con Paesi che non sono nel G7 ma nel G20". Il tema della global tax in ogni caso verrà affrontato domani a Stresa.

"Mi auguro che passi in avanti ci siano. Noi abbiamo raggiunto un obiettivo straordinario, abbiamo fatto una fatica bestiale per avere l'unanimità in Europa sulla proposta che ora si sta facendo strada", ha commentato l'ex premier italiano.

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