Politica economica

Tasso fisso o variabile? Come scegliere il mutuo (pensando al futuro)

I mutui a tasso fisso, storicamente la maggior parte di quelli stipulati, sono insidiati da quelli variabili. Ci sono alcune considerazioni da fare soprattutto a vantaggio di chi si sta accingendo a comprare casa perché il futuro è lastricato di incertezze

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Tasso fisso o variabile? È più che un dilemma, soprattutto perché gli esperti del settore dei mutui non hanno pareri unanimi.

Cosa scegliere

Il mutuo a tasso fisso, a cui ha fatto ricorso il 90% di chi ne ha acceso uno durante l’ultimo anno, potrebbe non essere più una scelta gettonata quando la Bce comincerà a invertire i tassi direttori, ritoccati verso l’alto di 25 punti base (0,25%) lo scorso 15 giugno in previsione di fare altrettanto a luglio, portando così il costo del denaro al 4,25%.

La logica del tasso mutuo è ferrea: meglio sapere con certezza a quanto ammonterà ogni singola rata invece di ritrovarsi confrontati con sgradevoli sorprese. In questo particolare momento, questo modo di pensare – impeccabile fino a oggi – deve fare i conti con l’inflazione che a maggio nell’Eurozona si è assestata al 6,1% contro il 7% del mese precedente e contro il 10,1% del mese di novembre del 2022.

La Banca centrale europea (Bce) osserva questo parametro per dettare le proprie linee di politica economica e, con la contrazione dell’inflazione, potrebbe decidere di allargare le maglie per smorzare l’enfasi della recessione.

Mutui, le riflessioni prima di scegliere il tasso

Anche tra gli esperti vige un sentimento di indecisione, secondo alcuni tecnici l’Euribor (l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile) è prossimo a raggiungere il picco.

Ciò significa che comincerà a scendere e questo potrebbe portare vantaggi ai giovani che vogliono accendere un mutuo i quali, prima di firmare un impegno che può durare anche più di tre decenni, dovrebbero riflettere sul lungo termine. Eventuali tagli al costo del denaro renderanno il tasso variabile più appetibile rispetto al fisso.

Banco Bpm offre uno spunto in più esaminando quanto è accaduto negli ultimi mesi e rilevando che c’è stato un aumento delle erogazioni a tasso variabile così come si è registrato un aumento delle surroghe. Una visione leggermente diversa arriva da Crédit Agricole che seziona il mercato dei mutui in due, osservando che i tasso fisso è stato scelto da tre clienti su quattro ma che, tra gli under 36, vige una sorta di parità: 50% a tasso fisso e 50% a tasso variabile.

Parola agli under 36

Negli ultimi mesi gli under 36 sono stati protagonisti sul mercato dei mutui grazie anche alle agevolazioni come la garanzia pubblica fino all’80% del valore dell’immobile e, sostiene Bper Banca, sarà necessario attendere il rinnovo delle agevolazioni per capire in modo più granulare se gli italiani stanno davvero preferendo i tassi variabili a quelli fissi.

Il fascino del variabile

Con l’Euribor che nei prossimi mesi dovrebbe iniziare a scendere impone l’obbligo di tenere un occhio bene aperto sui mutui a tasso variabile. C’è quindi il rischio che sul mercato dei mutui regni l’attendismo, anche se la sfera di cristallo non ce l’ha nessuno.

La tendenza preannunciata però indica proprio che ben presto il tasso fisso non sarà una scelta facile e scontata.

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