Il dossier pensioni scuote la maggioranza. La Lega ieri ha alzato le barricate contro l'emendamento del governo che introduce una stretta sulle pensioni anticipate e sul riscatto della laurea breve, annunciando subemendamenti soppressivi e parlando apertamente di errore politico. In commissione Bilancio al Senato il relatore leghista Claudio Borghi non ha usato giri di parole: in assenza di un intervento immediato dell'esecutivo «il Carroccio presenterà correttivi per cancellare la norma». Il punto, ha spiegato, è che se si intende inserire una clausola di salvaguardia sui conti pubblici «lo devi dire, altrimenti sembra un intervento politico», mentre così formulata la misura appare tutt'altro e secondo Borghi rischia persino profili di incostituzionalità. L'obiettivo della Lega è «sopprimere quella parte e sostituirla con una clausola di salvaguardia comprensibile», individuando coperture alternative. Una linea ribadita con toni ancora più netti dal consigliere economico di Salvini Armando Siri, che ha parlato di «ennesima manina» intervenuta sul testo della manovra assicurando che finché la Lega sarà al governo «non esiste né oggi né mai nessun provvedimento che alzi i parametri dell'età pensionabile o sottragga il riscatto della laurea». Per Siri, il Parlamento è l'unico luogo legittimato a decidere modifiche di questo peso, mentre quanto accaduto resta, per ora, «mera speculazione». In serata è spuntato un subemendamento leghista che cancella le misure sul riscatto della laurea e l'allungamento delle finestre mobili per i prepensionamenti, in cambio - a titolo di clausola di salvaguardia - di un aumento dell'Irap sulle banche e assicurazioni fino a 4 punti percentuali dal 2030 al 2035.
Diversa la lettura di Fratelli d'Italia. Il relatore Guido Liris ha ridimensionato la portata politica dell'emendamento, parlando di norme tecniche frutto di un «eccesso di zelo» della struttura del Mef, pensate per salvaguardare i saldi di bilancio del biennio 2030-2031. Una tutela che, ha sottolineato, può comunque essere garantita attraverso altre fonti di finanziamento, motivo per cui FdI attende ora «la posizione del ministero dell'Economia».
Nel frattempo, è stato ritirato l'emendamento di Fratelli d'Italia che prevedeva l'introduzione, dal 2026, di un'imposta speciale di bollo da 500 euro sui pagamenti in contanti tra 5.001 e 10.000 euro, una misura che aveva acceso polemiche immediate per il rischio di colpire cittadini e turisti e di frenare i consumi.
Via libera invece, dopo una riformulazione del governo, all'emendamento che consente ai medici specializzandi e ai corsisti in medicina generale di effettuare visite fiscali per conto dell'Inps nei casi di carenza di medici fiscali. L'attività potrà essere svolta al di fuori dell'orario di formazione e con incarichi libero-professionali, nel rispetto dei percorsi di studio e dei limiti di spesa.
Sul fronte economico, infine, Confcommercio torna a premere per la detassazione degli aumenti contrattuali, chiedendo che la misura venga inserita in manovra ed estesa ai contratti rinnovati nel 2024.
L'obiettivo, ribadisce l'associazione, è rafforzare i redditi dei lavoratori e sostenere consumi che restano il vero punto debole della ripresa. Una richiesta che si intreccia con un dibattito parlamentare sempre più acceso e che promette di accompagnare l'esame della manovra fino all'ultimo voto.