Il presidente americano Donald Trump ha scelto il successore di Jerome Powell alla guida della Federal Reserve, la banca centrale a stelle e strisce, che ha sede nell'Eccles Building a Washington. Lo ha affermato domenica scorsa l'inquilino della Casa Bianca: «So chi sceglierò», ha detto ad alcuni giornalisti sull'Air Force One mentre rientrava a Washington, «lo annunceremo noi». Il presidente tuttavia non si è sbottonato sul nome. Secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg, tuttavia, il favorito a sedere sulla poltrona di banchiere centrale è di gran lunga Kevin Hassett, direttore del Consiglio Economico Nazionale della Casa Bianca e principale consigliere economico di Trump. Il nome di Hassett è verosimile anche perché il tycoon ha sempre puntato a inserire suoi fedelissimi nel board della Fed per incidere sui rapporti di forza di un'istituzione che ha sempre respinto le sue pressioni circa la richiesta di una politica monetaria più accomodante. Hessett avrebbe questo tipo di profilo e sarebbe in netta discontinuità con Powell, ripetutamente attaccato da Trump per essere troppo in ritardo con i tagli ai tassi d'interesse. Interpellato dai media americani sulla voce di una sua prossima nomina a banchiere centrale, Hassett non ha fatto commenti facendo però notare come i mercati abbiano reagito positivamente alle indiscrezioni sul suo nome. «Abbiamo avuto un'ottima asta del Tesoro, i tassi di interesse sono scesi e penso che il popolo americano possa aspettarsi che il presidente Trump scelga qualcuno che li aiuti ad avere prestiti auto più economici e un accesso più facile ai mutui a tassi più bassi», ha detto Hassett alla Cbs. Insomma, dichiarazioni che sembrano una sorta di manifesto programmatico riguardo a quello che farà la Fed se lui dovesse davvero diventare il successore di Powell, una volta che quest'ultimo arriverà alla fine del suo mandato a maggio. Sarebbero da misurare le conseguenze sul cambio euro-dollaro, con il rischio di veder svalutare il biglietto verde a danno delle esportazioni del Vecchio Continente che diventerebbero più costose. Ammesso e non concesso che la Banca centrale europea non decida di prendere adeguate contromisure in materia di politica monetaria. Intanto, il 10 dicembre il vertice Fed è convocato per l'ultima riunione dell'anno.
Il mercato scommette su un nuovo taglio ai tassi d'interesse di un quarto di punto, portandoli nella forchetta fra il 3,50% e il 3,75% per sostenere l'economia americana in un momento di debolezza del mercato del lavoro.