Politica economica

La Bce lascia i tassi invariati. I mercati scommettono su futuri tagli: crollano i rendimenti dei Btp

Come ci si aspettava l’Eurotower ha annunciato di aver lasciato invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%

L'Eurozona e lo scudo anti - spread
L'Eurozona e lo scudo anti - spread

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La Bce lascia i tassi invariati. I mercati scommettono su futuri tagli: crollano i Btp

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Tassi invariati e lo spread cala di 165 punti base. La Bce ha annunciato che la tabella di marcia definirà la fine dello scudo Pepp, il Pandemic Emergency Purchase Programme annunciato e avviato a marzo del 2020 per contrastare i seri rischi per la trasmissione della politica monetaria e per le prospettive economiche dell'area dell'euro derivanti dalla diffusione del Coronavirus. Questa mossa ha avuto un riscontro nei confronti dei BTP e dello spread BTP-Bund. Ecco tutte le novità.

I tassi

Il Consiglio direttivo della Bce ha mantenuto invariati i tre tassi di interesse di riferimento: per le operazioni di rifinanziamento principali al 4,5%, quelle marginali al 4,75% e quello sui depositi presso la banca centrale al 4,00%. La scelta è stata presa dopo la decisione della Fed di mercoledì 13 dicembre 2’23. Questa è la seconda pausa consecutiva rispetto ai rialzi che sono iniziati dal mese di luglio 2022. La presidente della Bce ha affermato: “Gli esperti dell’Eurosistema si attendono che la crescita economica resti contenuta nel breve periodo. Oltre questo orizzonte, l’economia dovrebbe segnare una ripresa per effetto dell’incremento dei redditi reali e del miglioramento della domanda esterna”.

L’inflazione

In merito all’inflazione nonostante negli ultimi mesi sia scesa potrebbe esserci un incremento temporaneo dei tassi nel breve periodo. A questo proposito il Consiglio direttivo ha come obiettivo il ritorno tempestivo del tasso riferito all'aumento dei prezzi al 2% a medio termine. Nonostante il trend, come affermato dall'Eurotower, si continuerà a seguire un approccio guidato dai dati e le scelte in merito ai tassi di interesse verranno fondate sulla valutazione delle prospettive di inflazione. In merito all’inflazione di fondo l’istituto di credito europeo ha stimato 5% per il 2023, il 2,7% per il 2024, il 2,3% per il 2025 e nel 2026 il 2,1%. Nel settembre 2023 la Bce ritoccò con un incremento la previsione in merito all’inflazione dell’anno attuale al 5,6%, al 3,2% quella sul 2024 e al 2,1% quella del 2025.

Il mantenimento dei tassi

In questo contesto oggi, 14 dicembre 2023, la Banca d'Inghilterra (BoE) ha confermato il mantenimento dei tassi d'interesse britannici al 5,25%, mantenendo così la stabilità per il secondo mese consecutivo. Questa scelta segue ben quattordici aumenti, adottati precedentemente per contrastare l'inflazione. Nel frattempo, la Banca Centrale Svizzera (BNS) ha mantenuto invariati i tassi all'1,75%, confermando le aspettative del mercato.

Lo spread

I tassi dei titoli di Stato sono in picchiata, influenzati dalle prospettive della Federal Reserve (Fed) e della Banca Centrale Europea (BCE) in merito a un possibile rallentamento della politica monetaria nel 2024. Sul mercato, si sta scommettendo su un taglio dei tassi nel prossimo anno pari a 157 punti base. Lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi , dopo un iniziale calo, si mantiene stabile a 170 punti. Il rendimento del decennale italiano scende di 17 punti base al 3,74%. Anche il Bund tedesco registra una diminuzione al 2,04% con -12 punti base.

La Spagna mostra una decisa flessione al 3,01% con-15 punti base, mentre la Grecia registra un calo al 3,24% con -14 punti base.

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