Politica economica

Settimana corta e più soldi: in Germania è scontro

Il sindacato Ig Metall chiede di lavorare 4 giorni e salari migliori. No dell’industria. Ma la proposta piace in Italia

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«Lavorare meno, guadagnando di più»: la richiesta messa sul tavolo da Ig Metall pone una equazione di difficile soluzione sul tavolo della industria tedesca, soprattutto mentre il Paese è scivolato recessione tecnica.
In particolare il potente sindacato teutonico ha chiesto la «settimana di quattro giorni» a parità di salario, ma anche un aumento dell’8,5% delle buste paga. La domanda delle 32 ore è arrivata sul tavolo delle trattative per la il contratto dell’industria siderurgica della Germania nord-ovest ma potrebbe essere estesa ad altri settori come l’auto.
Piccata la reazione dell’industria che legge l’affondo sindacale come una «minaccia» alla stessa sopravvivenza di un settore che conta realtà come le acciaierie Thyssenkrupp, Salzgitter e ArcelorMittal. «Respingiamo fermamente la richiesta di una settimana di 32 ore con piena compensazione salariale», afferma Gerhard Erdmann, ad dell’Associazione tedesca dei datori di lavoro dell’acciaio secondo cui la misura non sarebbe né gestibile né finanziariamente sostenibile.
Il confronto sindacale di novembre si annuncia così arduo, anche perché il risultato potrebbe essere un modello pilota in Germania e fare da apripista in altri Paesi. Compresa l’Italia, dove peraltro ArcelorMittal è grande socia di Acciaierie d’Italia.
Tornando al caso tedesco, ridurre la settimana di lavoro a quattro giorni avrebbe un impatto considerevole, anche perché Ig Metall rappresenta anche gli addetti dell’auto. Il sindacato è pronto a una transizione graduale nei prossimi anni, senza strappi ma le aziende replicano che la misura le priverebbe di «manodopera aggiuntiva urgentemente necessaria», soprattutto con la sfida di produrre acciaio neutrale dal punto di vista climatico e la già «grave carenza di lavoratori qualificati». Il taglio dell’orario di lavoro con una compensazione completa comporterebbe inoltre un aumento del salario dell’8,6% che, sommato all’altro 8,5% chiesto dall’Ig Metall, porterebbe l’aggravio al 17,1 percento. Critico anche l’Istituto economico di Colonia, secondo cui la Germania rischia nei prossimi anni un’enorme perdita di benessere e un sovraccarico del sistema pensionistico. La richiesta di Ig Metall è però vista da molti sostenitori come un passo avanti nelle rivendicazioni sindacali. Anche in Italia, «riduzione dell’orario di lavoro e aumento sostanzioso dei salari saranno fra le nostre proposte principali», dice il leader della Uilm Rocco Palombella. Il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici scadrà a giugno 2024.

«Dovremo ragionare con Fim e Uilm sull’equilibrio tra elementi economici e le questioni dell’orario di lavoro sia nei termini di riduzione sia di conciliazione tra vita e lavoro», nota invece il capo della Fiom, Michele De Palma, che annuncia «assemblee per ascoltare i lavoratori.

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