Fitch promuove il governo: alzato il rating all'Italia, mai così bene dal 2016

Il rating passa da BBB a BBB+. Prevista una crescita del Pil dello 0,6% nel 2025, poi accelerazione al +0,8%. Giorgetti: “Abbiamo riportato il Paese sulla giusta strada”. L'agenzia elogia scelte fiscali e stabilità politica, mentre la Francia viene declassata

Fitch promuove il governo: alzato il rating all'Italia, mai così bene dal 2016
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È arrivata, a mercati chiusi, la decisione di Fitch sul rating dell’Italia alzato da BBB a BBB+. L'outlook è stabile. Roma mai così bene dal 2016, soddisfatto il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti: "Tanto studio, tanto lavoro. Serio e riservato. Abbiamo riportato l'Italia sulla giusta strada". Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepremier Matteo Salvini: "Sono orgoglioso del lavoro della Lega e del suo ministro dell'Economia per il bene degli italiani".

L'agenzia prevede per l'Italia una crescita dello 0,6% nel 2025, con un'accelerazione a una media dello 0,8% nel 2026-2027. "La domanda interna, in particolare gli investimenti, sarà un motore essenziale della crescita a breve termine, compensando la debolezza del settore estero" si legge in una nota in cui vengono messi in evidenza che i fondamentali del sistema bancario sono solidi.

La promozione è legata alla "maggiore fiducia nella traiettoria di bilancio" dell'Italia "sostenuta da una crescente prudenza fiscale e da un forte impegno a raggiungere gli obiettivi previsti a breve e medio termine del nuovo quadro di bilancio dell'Ue". "Un contesto politico stabile, il continuo slancio riformatore e la riduzione degli squilibri esterni migliorano ulteriormente gli indicatori di credito dell'Italia" ha rimarcato ancora Fitch, ponendo l'accento sulla sterzata rispetto al "passato recente, caratterizzato da instabilità politica e inversioni di politica economica che hanno portato al mancato raggiungimento dei target"

L'agenzia prevede una "continua e graduale riduzione del deficit nel 2025-2027", con il disavanzo atteso quest'anno al 3,1% del Pil. Per quanto concerne il debito - diminuito di oltre 20 punti percentuali nel periodo 2020-2024 - Fitch prevede un rialzo al 137,5% nel 2026, riflettendo aggiustamenti legati al superbonus. "Il debito resterà molto più elevato rispetto ai paesi" con rating BBB (la media era il 57,3% nel 2024) ma "prevediamo una riduzione dei rischi in termini di finanziamento e sostenibilità".

Secondo l'agenzia, "il debito resterà molto più elevato rispetto ai Paesi comparabili (la mediana dei Paesi con rating “BBB” era al 57,3% nel 2024), ma riteniamo ridotti i rischi in termini di finanziamento e sostenibilità del debito. Lo spread dell’Italia rispetto alle economie core dell’eurozona continua a ridursi, e le sfide esterne (inclusi i timori fiscali in altri grandi Paesi UE) non si sono trasferite sulle condizioni di finanziamento. Il sostegno della Bce (assicurato dal rispetto delle regole fiscali), un mercato del debito liquido e una scadenza media di sette anni contribuiscono a mitigare i rischi". E ancora: "Un costante riequilibrio esterno sta portando a un miglioramento del bilancio esterno e a una riduzione delle vulnerabilità. L’avanzo delle partite correnti ha raggiunto l’1,1% del PIL nel 2024, livello che ci attendiamo venga mantenuto nel 2025-2027, grazie in parte a un miglior bilancio energetico. I settori esportatori affrontano sfide crescenti (i dazi statunitensi sono la minaccia principale), ma una migliore competitività di prezzo e una strategia di diversificazione di lungo periodo forniscono una protezione".

Buone notizie per il governo Meloni soprattutto alla luce del declassamento della Francia ad A+. Come noto, Parigi è alle prese con significative turbolenze politiche. Ricordiamo che già un anno fa Fitch aveva migliorato l’outlook di Roma portandolo da stabile a positivo. Parigi deve fare inoltre i conti con il downgrade per il rating dell’agenzia Dbrs, che ha declassato la Republique da AA (alto) ad AA, modificando le prospettive da “negative” a “stabili”.

Ora lo sguardo è rivolto al futuro. Il prossimo 21 novembre è atteso il voto di Moody’s sul rating sovrano dell’Italia. Ricordiamo che lo scorso 23 maggio l’outlook (Baa3 da sette anni) è passato da stabile a positivo.

A ottobre, il 10 per la prcisione, è previsto il giudizio di S&P, che lo scorso 11 aprile ha promosso l’Italia con un BBB+ con out look stabile. Infine, Morningstar Dbrs si esprimerà il 17 ottobre dopo aver confermato – ad aprile, il rating a BBB con trend positivo.

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