"The Apprentice" a rischio distribuzione: Trump furioso per la scena di stupro

Al film manca ancora un distributore e di certo ciò che sta per accadere complicherà ulteriormente la ricerca

 "The Apprentice" a rischio distribuzione: Trump furioso per la scena di stupro
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Donald Trump non ci sta, ed è pronto a muovere un'azione legale nei confronti di coloro che hanno realizzato "The Apprentice", pellicola presentata di recente al Festival di Cannes e che ricostruisce le vicende del 45esimo presidente degli Stati Uniti d'America agli inizi della sua carriera da imprenditore. Tra le tante scene controverse, a non essere proprio andata giù al Tycoon è in particolar modo quella in cui viene proposta sul set la ricostruzione di un abuso sessuale da lui compiuto ai danni dell'ex moglie Ivana.

La trama e le controversie

Il film biografico segue la storia di Trump quando era solo un giovane e ambizioso investitore a New York negli anni '70 e '80. Il titolo "The Apprentice" si rifà evidentemente all'omonima serie televisiva condotta dall'ex presidente Usa andata in onda sulla Nbc dal 2004 al 2017, programma in cui i partecipanti, seguiti dalle telecamere, lavoravano per farsi strada nel mondo degli affari e venivano giudicati proprio per le loro abilità imprenditoriali. Il biopic, invece, è ambientato diversi decenni prima, in un’epoca nella quale Trump guadagnava popolarità come investitore immobiliare.

Il quadro che esce fuori di Trump è decisamente denigratorio, dato che il Tycoon viene dipinto come un uomo affetto da disfunzione erettile e dedito al consumo di metanfetamine, talmente insicuro di sé da sottoporsi a interventi chirurgici di liposuzione e di trapianto di capelli per via dell'incedere della calvizie. Di certo non un bello spot per il candidato Repubblicano alle prossime presidenziali, e questo è certo uno degli aspetti che ha fatto montare più polemiche sulla vicenda.

La scena di stupro

A destare maggiormente scalpore, tuttavia, è la scena di stupro ai danni della prima moglie Ivana ricostruita sul set del lungometraggio. Un episodio che si baserebbe su un'affermazione fatta, ma poi ritrattata dalla donna durante le dolorose fasi del divorzio dal Tycoon. Il regista ha affermato che si tratta in realtà di un rapporto "consensuale" di sesso, ma non è proprio ciò che resta impresso negli occhi degli spettatori, né tantomeno tale è apparsa a Trump e ai suoi collaboratori. Dopo che l'attrice che interpreta Ivana mostra al marito un libro sull'orgasmo femminile, quest'ultimo le rivela di non essere più attratto da lei. Segue un furioso litigio tra i due coniugi, che culmina con una scena di abuso sessuale ai danni della prima moglie del Tycoon, che poi addirittura la schernisce:"È quello il tuo punto G? L’ho trovato?".

Il film ha ricevuto una standing ovation di 8 muniti a Cannes, anche se si tratta di reazioni comuni nel celebre festival cinematografico: in realtà il pubblico si è mostrato abbastanza diviso, e anche le reazioni degli esperti non hanno parlato di capolavoro assoluto. Men che meno la pellicola è stata apprezzata da Trump, che sta per intentare una causa contro i realizzatori del lungometraggio.

La causa legale e le reazioni

"Presenteremo un'azione legale per rispondere alle affermazioni palesemente false di questi finti registi", ha dichiarato a The Hill il portavoce della campagna elettorale di Trump Steven Cheung. "Questa spazzatura è pura finzione che sensazionalizza bugie che sono state a lungo sfatate. Come nel caso del processo illegale a Biden, si tratta di un'interferenza elettorale da parte delle élite di Hollywood, che sanno che il Presidente Trump riconquisterà la Casa Bianca e batterà il loro candidato preferito perché nulla di ciò che hanno fatto ha funzionato", ha aggiunto.

Non si tratta dell'unica sorpresa, dato che tra i più furiosi ci sarebbe addirittura uno degli investitori del film, il miliardario Dan Snyder. Ignaro evidentemente del fatto che la scena dello stupro sarebbe stata inserita nel biopic, oltre che sostenitore del Tycoon, l'uomo è pronto a mettere i bastoni tra le ruote alla distribuzione del lungometraggio. In effetti si cerca ancora un distributore per la pellicola, e ovviamente ciò che sta avvenendo in queste ore non renderà di certo più agevole l'operazione.

Il regista Ali Abbasi, dal canto suo, difende la scelta di aver inserito la scena di violenza sessuale:"Questa cosa in particolare è molto nota. Questo incidente, Ivana Trump lo ha descritto durante la deposizione, sotto giuramento", spiega, anche se poi la donna ritrattò l'accusa.

Alla domanda sul perché la scena è stata inclusa, Abbasi ha detto che il film parla di "come, punto dopo punto, poco a poco, Trump prende le distanze da quelle relazioni umane che lo definiscono e che lo tengono sotto controllo come essere umano".

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