Politica estera

Elezioni in Argentina: tutti contro il "trumpiano pazzo" Milei | Le cose da sapere sul voto

All'alba delle elezioni dal risultato meno prevedibile della storia democratica argentina, i tre candidati si sfidano per conquistare la presidenza di un Paese devastato dalla crisi economica e con livelli record di corruzione

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L’Argentina è chiamata al voto per quelle che in molti considerano le elezioni presidenziali dal risultato più incerto da quanto il Paese è diventato una democrazia. Javier Milei, il candidato ultra-liberale di estrema destra, arriva alle urne forte della vittoria alle primarie di agosto e la sua ascesa alla Casa Rosada potrebbe determinare cambiamenti devastanti per il Paese.

Gli avversari dell’”anarco-capitalista” di La Libertad Avanza sono l’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa, che rappresenta la coalizione Union por la Patria, e l’ex titolare del dicastero della Sicurezza Patricia Bullrich, candidata del raggruppamento di centro-destra Juntos por el Cambio. Il vincitore di questa corsa a tre prenderà le redini di un Paese in profonda crisi economica, con un’inflazione al 138% e due argentini su cinque che vivono in condizione di povertà. A questo si aggiunge la sofferenza dell’importante settore agricolo, colpito dalla peggiore siccità degli ultimi 60 anni.

Molti analisti concordano sul fatto che in questa tornata elettorale nessuno dei tre sfidanti riuscirà ad ottenere una maggioranza sufficiente a governare e che sarà necessaria una seconda votazione il mese prossimo. Per essere nominato presidente, uno dei candidati deve ottenere almeno il 45% delle preferenze, oppure il 40% con un distacco di dieci punti rispetto al secondo classificato. L’ingombrante e rumorosa presenza di Milei, inoltre, rende praticamente impossibile prevedere chi la spunterà. L’ipotesi più probabile è un testa a testa tra l’economista di estrema destra e l’esponente di Union por la Patria, favoriti negli ultimi sondaggi con rispettivamente il 29,9% e il 21,9%, e un ritorno alle urne a novembre.

La comunità internazionale sta prestando particolare attenzione a queste elezioni proprio grazie al candidato di La Libertad Avanza. Nei mesi scorsi Javier Milei, definito il “Trump argentino” e più volte accostato all’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, ha conquistato una larga fetta dell’opinione pubblica grazie alle sue feroci dichiarazioni anti-establishment, che hanno attirato quelle fasce della popolazione deluse dall’incapacità dei partiti tradizionali nel combattere la crisi economica e la corruzione.

Degne di nota, inoltre, sono la sua intenzione di abbandonare il peso argentino in favore del dollaro americano, di limitare il diritto all’aborto e di tagliare programmi assistenziali e spesa pubblica. Le dichiarazioni di El loco (il matto) sfociano anche nella religione e nell’esoterismo. Milei, infatti, vuole convertirsi all’ebraismo e tra le fila dei suoi consiglieri più fidati c’è anche un rabbino.

Inoltre, pare che abbia studiato anche la telepatia e che si rivolga spesso allo spirito del più anziano dei suoi mastini, morto nel 2017, per ricevere indicazioni su come condurre la propria campagna elettorale.

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