Politica estera

Asse anti-migranti nella Manica: arriva la stretta

Più controlli francesi sul traffico di migranti nella Manica finanziati dai britannici: giro di vite congiunto appovato da Macron e Sunak

Asse anti-migranti nella Manica: arriva la stretta

La Francia e il Regno Unito hanno concluso una trattativa che si trascinava da lungo tempo e firmato un nuovo accordo per contrastare insieme gli attraversamenti dei migranti nella Manica.

Di fatto Londra finanzierà Parigi per permetterle di coprire la crescita dei controlli volti a ridurre gli attraversamenti illegali di migranti su barchini nel Canale della Manica. L'accordo prevede in particolare che i britannici paghino 72,2 milioni di euro nel 2022-2023 alla Francia che, in cambio, aumenterà le forze di sicurezza sulle sue spiagge.

Funzionari francesi hanno affermato di aver fermato più della metà degli attraversamenti della Manica tentati finora quest'anno fino al 10 novembre: circa 982 su circa 1.900. Ora si vuole ridurre ulteriormente il traffico di esseri umani nel Canale.

"In base all'accordo rinnovato", scrive il Financial Times, "i funzionari francesi hanno affermato che il numero di agenti che pattugliano per fermare i piccoli attraversamenti in barca aumenterà da 200 a 300 entro la metà del prossimo anno, con il costo del monitoraggio aggiuntivo coperto dai fondi del Regno Unito". Nel 2018, quando si è verificata la prima crisi di Calais, c'erano solo 90 agenti di pattuglia. Sul lato transalpino del Canale verrà rafforzato un centro operativo francese di controllo dei traffici. Gli ufficiali delle forze di frontiera britanniche, nota il Ft, "saranno presenti per la prima volta come osservatori, ma ciò avverrà nel rispetto della sovranità francese. Un osservatore della polizia di frontiera britannica sarà ammesso in Francia e un ufficiale francese sarà presente dalla parte del Regno Unito. L'obiettivo è perseguire una migliore condivisione delle informazioni tra i due governi".

Secondo il Ministero della Difesa del Regno Unito, più di 40mila persone hanno attraversato la Manica tra gennaio e ottobre, un aumento di poco meno del 50% rispetto alle 28.526 del 2021. Molti di loro sono albanesi, desiderosi di ricongiungersi ai connazionali a Londra e dintorni, ma altri sono addirittura provenienti dall'Afghanistan, dall'Iran e dall'Iraq. Qualcuno ha compiuto in precedenza le rotte che portano i migranti attraverso i Balcani e il Mediterraneo.

Il governo britannico di Rishi Sunak porta a casa il primo accordo di peso della sua gestione e completa quel riavvicinamento alla Francia funzionale alla conclusione della trattativa che è stato uno dei pochissimi lasciti degni di nota del breve governo di Liz Truss. I parlamentari del Partito Conservatore che guida il governo e il Ministro dell'Interno Suella Braverman, falco anti-migranti, chiedono da tempo politiche per stroncare i traffici e, argomenta il Ft, sono emerse anche "preoccupazioni per la sicurezza dopo che alcune persone sono annegate mentre tentavano la traversata".

Nelle stesse ore in cui l'accordo sui migranti veniva concluso Robert Jenrick, ministro dell'immigrazione del Regno Unito, ha scritto un editoriale sul conservatore Telegraph promettendo la fine del sistema "Hotel Britain" che si struttura attraverso l'ospitalità dei richiedenti asilo negli alberghi britannici, un programma che costa allo Stato 5,6 milioni di sterline ogni giorno. promesso di reprimere i richiedenti asilo che vengono sistemati negli hotel britannici al costo di 5,6 milioni di sterline al giorno, affermando che la "generosità" nei confronti dei rifugiati è stata "abusata". Per Jenrick "il fulcro del dibattito deve spostarsi dalla gestione dei sintomi dei problemi - l'acquisto di alberghi - alla cura: impedire ai migranti economici di compiere il viaggio pericoloso attraverso la Manica in ogni possibile frangente". Londra e Parigi trovano un accordo a suo modo molto duro nei confronti delle migrazioni: l'alleanza con il rigoroso esecutivo conservatore mostra come il governo di Emmanuel Macron sia tutto fuorché aperto alla gestione di un processo immigrazionista a tutto campo.

E questo permetterà di riconsiderare ogni idea che vede Parigi come portavoce delle ideologie di sinistra dai cui referenti un altro governo conservatore, quello italiano, è stato accusato proprio dopo aver avuto con la Francia un braccio di ferro sulla questione migratoria.

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