
Dopo il lutto, la vendetta. È questa l'aria che si respira alla Casa Bianca a poco meno di una settimana dall'uccisione dell'attivista MAGA Charlie Kirk. Mentre proseguono le indagini sul movente di Tyler Robinson, il sospetto assassino dell'influencer conservatore, il presidente Donald Trump e i suoi principali consiglieri puntano il dito contro la radicalizzazione a sinistra del presunto killer. Una conclusione non del tutto acclarata dagli investigatori ma su cui, come riporta il Wall Street Journal, la squadra del tycoon intende fare leva per fruttare l'indignazione popolare e attrarre i giovani elettori in vista delle consultazioni di midterm dell'anno prossimo.
L'amministrazione repubblicana starebbe infatti valutando una serie di azioni esecutive per colpire le organizzazioni liberal. Tra le iniziative allo studio, riporta il quotidiano Usa, figurano la revisione dell'esenzione fiscale per le organizzazioni non profit di sinistra e l'imposizione di leggi anticorruzione. Misure che potrebbero cominciare ad essere implementate già questa settimana. Nel concreto, nella rete del governo federale potrebbero finire gli autori degli attacchi agli showroom Tesla e alle forze dell'ordine impegnate nelle espulsioni di immigrati e persino George Soros, quest'ultimo menzionato esplicitamente da The Donald.
L'imminente risposta della Casa Bianca all'omicidio di Kirk è stata anticipata da alcune delle figure di rilievo del team del presidente americano. A partire dal vicepresidente J.D. Vance che ieri ha condotto una puntata del 'Charlie Kirk Show', il podcast creato dall'influencer e fondatore di Turning Point Usa, nonchè amico personale del numero due della Casa Bianca. La morte di Charlie Kirk è responsabilità di "una minoranza crescente e potente dell'estrema sinistra", ha tuonato Vance. "Possiamo ringraziare Dio che la maggior parte dei democratici non condivida questi atteggiamenti, e io lo faccio", ha proseguito l'autore di "Elegia americana" sostenendo però che "qualcosa è andato storto con una frangia di lunatici".
Il vicepresidente ha riconosciuto che Kirk è stato "cruciale per la rielezione di Trump" ed è stata "una delle persone più brillanti che abbia conosciuto ultimamente, capace di ispirare milioni di giovani, coraggioso, visionario". "Ha creato un network per un'intera generazione", ha affermato Vance sottolineando che "dobbiamo rafforzare questo movimento, far crescere la sua voce". Poi l'appello al pubblico del podcast: "quando vedete qualcuno che festeggia la morte di Kirk mandatelo all'inferno e chiamate il suo datore di lavoro. Non crediamo nella violenza politica ma crediamo nella civiltà e non c'è alcuna civiltà nella celebrazione di un assassinio politico".
A rincarare la dose ci ha pensato il vicecapo dello staff della Casa Bianca per le politiche Steven Miller che, intervistato da Vance per il "Charlie Kirk Show", ha dichiarato che l'attivista conservatore "ci ha resi migliori ogni singolo giorno" e ha ammesso di provare un'"infinita tristezza ma anche un'infinita rabbia che però va diretta verso giuste cause". "Con Dio come mio testimone", ha promesso Miller, "useremo tutte le risorse a nostra disposizione al Dipartimento di Giustizia, alla Sicurezza Interna e in tutto il governo per identificare, interrompere, smantellare e distruggere" quella che ritiene essere un'"enorme rete di terrorismo interno". Il tutto, ha rimarcato il potente consigliere di Trump, verrà fatto "in nome di Charlie".
Il partito democratico cerca intanto di mettere in guardia dalle mosse della squadra di Trump. "Prestate attenzione. Potrebbe succedere qualcosa di oscuro", ha scritto domenica sui social il senatore del partito dell'asinello Chris Murphy.
Nel post pubblicato dal senatore dem si legge che "l'omicidio di Charlie Kirk avrebbe potuto unire gli americani per contrastare la violenza politica. Invece, Trump e i suoi radicali antidemocratici sembrano preparare una campagna per distruggere il dissenso".