
Gli Stati Uniti hanno presentato un nuovo piano per Gaza. L’inviato di Washington per il Medio Oriente Steve Witkoff ha illustrato l’iniziativa per la Striscia, denominata Gaza Humanitarian Foundation (Ghf): un fondo destinato a portare aiuti nell’exclave palestinese attraverso una struttura logistica trasparente, indipendente e neutrale.
Il documento di 14 pagine, ottenuto dal giornale israeliano Ynet, prevede la realizzazione di quattro centri di distribuzione, ciascuno capace di servire 300mila persone, con l’obiettivo di aggirare gli ostacoli che fino a questo momento hanno minato la fiducia dei donatori e di impedire che gli aiuti umanitari finiscano nelle mani dei terroristi di Hamas.
Secondo il piano consegnato da Witkoff, la distribuzione avverrà attraverso “canali logistici sicuri, senza alcuna presenza militare e sotto la supervisione di squadre di sicurezza indipendenti”. Gli aiuti come pacchi alimentari, kit igienici, medicinali e acqua, saranno dati alla popolazione secondo i bisogni e senza discriminazioni. La fondazione ha previsto di fornire un pacco a famiglia del valore di 65 dollari, contente 50 pasti completi e dato inizialmente agli abitanti “a rischio”. In una prima fase, saranno coperte 1,2 milioni di persone, con una possibilità di espansione fino a 2 milioni.
Alla guida della fondazione vi sono persone con esperienza in operazioni umanitarie e sistemi finanziari, come l’ex Ceo di World Central Kitchen Nate Mook, il fondatore di Team Rubicon Jake Wood e l’ex direttore del Programma alimentare mondiale dell'Onu David Beasley. I controlli saranno gestiti da una delle principali società di revisione contabile a livello globale, con il supporto di uno studio specializzato in diritto internazionale e umanitario.
Nel documento presentato alle Nazioni Unite, è sottolineato che l’iniziativa nasce a fronte di “crescenti preoccupazioni nella comunità internazionale” per la deviazione degli aiuti da parte di gruppi armati, la vendita illegale della merce nel mercato nero e la mancanza di trasparenza da parte delle autorità locali. Inoltre, pur essendo americana, la fondazione Ghf ha reso chiara la sua volontà di distinguersi da qualunque organismo politico o militare.
La proposta è stata duramente criticata dai rappresentati diplomatici del Consiglio di sicurezza, nel contesto delle accuse secondo cui Israele starebbe deliberatamente affamando la popolazione di Gaza.
Witkoff ha ribattuto sottolineando che l’obiettivo è privare Hamas del controllo sugli aiuti, ma le Nazioni Unite e diverse organizzazioni umanitarie si sono opposte al piano e hanno dichiarato che non collaboreranno con gli Stati Uniti.
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