Politica estera

Crolli, gelo, incendi e topi: a Londra dipendenti e politici in fuga dal Parlamento

Aumentano le segnalazioni dei rischi alla sicurezza per il personale e i parlamentari di Westminster che preferiscono lavorare in remoto o in forma ibrida

Crolli, gelo, incendi e topi: a Londra dipendenti e politici in fuga dal Parlamento

Ascolta ora: "Crolli, gelo, incendi e topi: a Londra dipendenti e politici in fuga dal Parlamento"

Crolli, gelo, incendi e topi: a Londra dipendenti e politici in fuga dal Parlamento

00:00 / 00:00
100 %

Freddo, umido e a rischio crolli. È questa la desolante descrizione che emerge dall’inchiesta di Politico su uno dei posti più iconici ed affascinanti di Londra, il Parlamento britannico. La situazione a Westminster sarebbe così preoccupante che deputati e loro assistenti preferiscono lavorare il più possibile da remoto o in forma ibrida a causa di numerose condizioni di disagio e di pericolo per la loro incolumità.

“Con le attuali regolamentazioni se non fosse un edificio storico non sarebbe consentito in alcun modo mettere piede in un palazzo così danneggiato”, dichiara sconsolato un anonimo dipendente del partito conservatore guidato da Rishi Sunak. Una riflessione probabilmente condivisa dal leader dell’opposizione Keir Starmer il quale preferisce rimanere almeno due giorni a settimana nel ben più moderno e confortevole quartier generale del partito laburista a Southwark.

Gli ultimi lavori di ristrutturazione eseguiti in quella che è considerata la “madre” di tutti i parlamenti risalgono a prima della Seconda guerra mondiale. Una trascuratezza che ormai appare evidente a chi frequenta la struttura in gran parte costruita nell’Ottocento. "Ci sono numerosi problemi nell'edificio. Ci sono crepe dovute al peso delle migliaia di persone che ci lavorano, e la parte più antica del palazzo non era stata costruita per questo", afferma Jenny Symmons, presidente del sindacato Gmb, che rappresenta i dipendenti al servizio dei parlamentari.

Non sono pochi gli episodi che confermano lo stato di degrado in cui versa Westminster. A luglio dell’anno scorso l’acqua ha cominciato a piovere dal soffitto della House of Commons per la seconda volta in pochi anni. Nel 2018 invece un pezzo di pietra delle dimensioni di un pallone da calcio si è staccato dalla statua di un angelo precipitando al suolo senza ferire fortunatamente nessuno.

Secondo i dati ottenuti da Politico si sono registrati 44 incendi nella struttura a partire dal 2012 e c’è chi sostiene che in caso di episodi più gravi i servizi di emergenza potrebbero essere in grado di “salvare le persone ma non il Parlamento”. Ai notevoli disagi riportati si aggiunge inoltre un serio problema legato all’infestazione di roditori resistenti ai pesticidi che in passato qualcuno ha proposto di risolvere portando gatti nello storico edificio. Non va molto meglio poi nella sezione più moderna di Westminster, la Portcullis House, dove di recente schegge di vetro e zampilli d’acqua sono cascati dall’alto soffitto dell’atrio.

Ci si aspetterebbe che i rischi all’incolumità del personale derivanti dal lavorare nel Palazzo stiano determinando un’accelerazione nella programmazione dei lavori di ristrutturazione ma così non è. Un importante progetto di restauro è stato infatti rimandato a dopo le elezioni al momento previste nella seconda metà del 2024. E mentre i deputati disertano gli uffici con la scusa della campagna elettorale, Jacob Rees-Moog, l’ex leader conservatore nella Camera dei Comuni, prova a minimizzare affermando che nonostante ci siano alcuni “problemi di manutenzione generale” la maggior parte degli spazi del Parlamento sono “operativi”.

Sino al prossimo crollo, potrebbe dire qualcuno.

Commenti