
Dopo aver usato la carota in seguito alle intese raggiunte con Unione europea e Cina, il presidente Usa Donald Trump torna a usare il bastone. Per quanto riguarda l'Europa, il tycoon è tornato a minacciare tutti quei Paesi che applicano una digital tax o normative sui mercati digitali. «Mi opporrò ai Paesi che attaccano le nostre incredibili aziende tecnologiche americane», ha detto Trump. «Avverto tutti i Paesi che applicano tasse, leggi, norme o regolamenti sul digitale che, a meno che queste azioni discriminatorie non vengano eliminate, io, in qualità di presidente degli Stati Uniti, imporrò dazi aggiuntivi sostanziali». Il riferimento alla Ue è palese, dal momento Bruxelles ha già imposto pesanti sanzioni a diverse aziende tecnologiche americane, come Meta e Apple e ha escluso di allentare i suoi due testi principali, il Digital Services Act e il Digital Markets Act. Quest'ultimi operano per limitare disinformazione, odio online e violazione della privacy oltre a limitare la possibilità di abuso di posizione dominante.
«È diritto sovrano dell'Ue e dei suoi Stati membri di regolamentare le attività economiche sul proprio territorio», è stata la risposa a muso duro della Commissione europea. «Questo è anche il motivo per cui questo non fa parte dei recenti accordi con gli Stati Uniti» sui dazi. «La legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali non considera il colore della società, la sua giurisdizione, né il proprietario», ha poi aggiunto una portavoce riferendosi forse al passaggio in cui Trump alludeva a un presunto trattamento di favore per le aziende cinesi.
Proprio riguardo a Pechino, il capo della Casa Bianca è tornato a cannoneggiare sul tema terre rare. Ieri, durante un incontro con il presidente sudcoreano Lee Jae Myung, Trump ha infatti dichiarato: «Devono fornirci i magneti. Se non ce li forniscono, allora dobbiamo imporre loro dazi del 200% o qualcosa del genere». Le terre rare sono metalli fondamentali per la tecnologia moderna, inclusi smartphone, turbine eoliche, veicoli elettrici ed equipaggiamento militare, e i magneti sono particolarmente importanti. La Cina è il leader mondiale nella produzione e lavorazione di questi metalli e gli Stati Uniti dipendono da tali importazioni.
Ragione per cui il Paese guidato da Xi Jinping aveva limitato l'export di terre rare e magneti nella parte più complessa del conflitto commerciale prima della decisione di entrambi i Paesi, risalente a maggio, di sospendere le nuove misure punitive. Nel frattempo, una delegazione cinese sarebbe attesa a Washington in settimana per un nuovi colloqui.