Scontri e proteste, il movimento "Bloquons tout" paralizza la Francia: 473 arresti. Tensioni a Parigi

La mobilitazione paralizza Parigi e altre città. Mélenchon si intesta il movimento nato fuori dai partiti, mentre l’intelligence teme un’escalation peggiore dei Gilet Jaunes

Scontri e proteste, il movimento "Bloquons tout" paralizza la Francia: 473 arresti. Tensioni a Parigi
00:00 00:00

Scontri e tensioni hanno infiammato questa mattina l’area intorno alla Gare du Nord di Parigi, uno dei principali snodi ferroviari del Paese. Un gruppo di manifestanti vestiti di nero, in stile black bloc, con volti coperti da maschere e passamontagna, ha tentato di introdursi nella stazione ma è stato respinto da un massiccio dispositivo di polizia in tenuta antisommossa. Le forze dell’ordine hanno disperso la folla con gas lacrimogeni, mentre dagli altoparlanti dei cortei si levavano anche slogan in italiano come “Siamo tutti antifascisti”. Sarebbero 175mila le persone che hanno partecipato in tutta la francia alla manifestazione. Le persone arrestate sono state 473 in tutto il Paese, di cui 203 a Parigi. Di questi 339 sono stati presi in custodia cautelare, di cui 106 a Parigi mentre 13 membri delle forze di sicurezza sono rimasti leggermente feriti.

Per il ministro Retailleaul, "la protesta non ha nulla di una protesta civica. E' stata snaturata, accaparrata e confiscata dall'estrema e dall'ultra sinistra". Il ministro dell'Interno ha affermato che i radicali di sinistra hanno dirottato il movimento di protesta. “Abbiamo, infatti, piccoli gruppi esperti, mobili, spesso con maschere e cappucci, vestiti di nero, che in realtà sono i segni riconosciuti, il dna, dei movimenti di estrema sinistra e ultra-sinistra”, ha affermato il ministro francese. A causa dei disordini, il Museo del Louvre ha annunciato che alcune delle sue sale "restano eccezionalmente chiuse". Il Musée national Eugène-Delacroix è completamente chiuso.

La protesta affonda le sue radici nel malcontento verso le politiche economiche dell’ex premier François Bayrou, che aveva proposto tagli per 44 miliardi di euro, la soppressione di due giorni festivi e il congelamento delle pensioni. Ma la sfiducia incassata in Assemblea e le dimissioni rassegnate all’Eliseo hanno cambiato rapidamente lo scenario: il nuovo obiettivo della piazza è Emmanuel Macron, accusato di incarnare il sistema da abbattere. Gli slogan “Macron démission” e “Macron destitution” si aggiungono alla nuova mozione di sfiducia presentata dalla sinistra radicale, senza reali possibilità di successo ma utile ad alimentare la pressione politica.

Il movimento “Bloquons tout” nasce sui canali Telegram di Les Essentiels, guidato dall’imprenditore Julien Marissiaux, e si è rapidamente ampliato fino a diventare un contenitore trasversale di rivendicazioni. Inizialmente vicino a correnti sovraniste e no vax, è stato poi adottato dalla sinistra radicale: secondo la Fondation Jean Jaurès, il 69% dei suoi sostenitori aveva votato Jean-Luc Mélenchon nel 2022. Non a caso, il leader della France Insoumise si è pienamente intestato la protesta, rilanciandola come un momento decisivo della sua battaglia politica. Oltre al supporto de La France Insoumise, la mobilitazione ha raccolto l’adesione del Partito Socialista, dei Verdi e delle principali sigle sindacali come CGT, Solidaires e Sud-Rail. L’ambizione è paralizzare il Paese con blocchi stradali, scioperi nei trasporti, scuole e ospedali in difficoltà operative, boicottaggi e persino il ritiro simbolico dei risparmi bancari.

Il fenomeno richiama inevitabilmente la memoria dei Gilets Jaunes, ma con differenze sostanziali: se nel 2018 il movimento era composto in gran parte da pensionati poco politicizzati, oggi i manifestanti sono più giovani, più istruiti e più vicini alla sinistra radicale. E mentre Marine Le Pen mantiene un appoggio ideale ma prudente, preferendo il terreno elettorale a quello di piazza, Mélenchon scommette tutto sulla mobilitazione, vedendo nella riuscita di “Bloquons tout” una svolta decisiva anche per il proprio futuro politico.

In un contesto economico segnato dal rischio di un declassamento del rating da parte di Fitch e dall’aumento della tensione sociale, l’intelligence teme che le proteste possano superare, in caos e impatto, quelle del 2018.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica