Politica estera

"Usava uno pseudonimo". Bufera su Biden: cosa scriveva al figlio Hunter

Nel 2014 l'allora vicepresidente Usa avrebbe usato uno pseudonimo per discutere di una futura assunzione alla Casa Bianca con suo figlio, Hunter Biden

"Usava uno pseudonimo". Bufera su Biden: cosa scriveva al figlio Hunter

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Negli 8 anni nei quali ha ricoperto la carica di vicepresidente degli Stati Uniti (2009-2017), Joe Biden era solito comunicare con il figlio Hunter per email, usando uno "pseudonimo". A renderlo noto è Fox News, secondo la quale Biden avrebbe usato uno pseudonimo per discutere di una futura assunzione alla Casa Bianca con suo figlio, Hunter, come acclarato dalle email del 2014 provenienti dal computer portatile del figlio del presidente Usa. È il 23 giugno 2014 quando Hunter invia infatti un'email a "Robin Ware" - uno degli pseudonimi usati da Joe Biden - dalla casella di posta elettronica della sua società, la Rosemont Seneca Partners. "Prima di ricoprire la posizione, per favore parlami. J. McGrail desidera davvero servire come responsabile del Tesoro", osserva Hunter nell'email, recuperata dal suo laptop. Pochi minuti dopo, dall'account di posta elettronica robinware456@gmail.com, arriva la seguente risposta: "Johnny chiamami subito. Papà".

Gli pseudonimi

"Robin Ware", come sopra accennato, è uno dei numerosi pseudonimi usati da Joe Biden durante la sua vicepresidenza per discutere di questioni governative con il figlio, secondo i repubblicani della Camera che stanno indagando sulla famiglia presidenziale e sugli affari all'estero di Hunter Biden. Padre e figlio in quel momento stavano discutendo di John McGrail, al tempo dell'email consulente senior presso il Tesoro degli Stati Uniti.

È entrato alla Casa Bianca come vice consigliere legale del vicepresidente due mesi dopo, secondo il suo profilo LinkedIn, mentre oggi è consigliere del sottosegretario alle finanze interne. Nei giorni scorsi, gli Archivi nazionali hanno ammesso di conservare più di 5.100 email relative all'uso di pseudonimi da parte dell'attuale presidente Joe Biden nei suoi otto anni come vicepresidente. James Comer ha chiesto che gli archivi consegnino questi documenti “per approfondire la nostra indagine sulla corruzione della famiglia Biden”. Joe Biden, ha sottolineato Comer, ha affermato che esisteva "un muro assoluto tra i progetti commerciali esteri della sua famiglia e i suoi doveri di vicepresidente, ma le prove rivelano il contrario".

La testimonianza dell'ex socio di Hunter

Nelle scorse settimane, Devon Archer, ex socio in affari di Hunter Biden, giudicato colpevole e condannato a un anno e un giorno di prigione per il suo ruolo in un piano volto a frodare una tribù di nativi americani per circa 60 milioni di dollari in obbligazioni, ha confermato che Joe Biden - all'epoca vicepresidente - partecipò a due cene con le persone in affari col figlio secondogenito nell’elegante ristorante Cafe Milano, a Washington Dc una nel 2014 con l’oligarca russa Yelena Baturina e alcuni uomini d’affari kazaki e un’altra l’anno successivo con un gruppo che comprendeva il dirigente di Burisma Vadym Pozarsky. Come Hunter Biden, Archer ha prestato servizio nel consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, la società energetica con sede in Ucraina.

Ha inoltre confermato che il figlio aveva messo in vivavoce l'allora vicepresidente Usa più di 20 volte durante le riunioni di lavoro per promuovere il "marchio" di famiglia.

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