Lo Stato dell’Illinois e la città di Chicago hanno formalizzato una causa legale contro l’amministrazione Trump per bloccare il dispiegamento della Guardia Nazionale nel territorio senza il consenso dell'autorità statale. Il contenzioso arriva poche ore dopo che un giudice federale ha respinto una manovra analoga in Oregon, ritenendola una forzatura costituzionale.
Secondo la denuncia, Trump ha ordinato di federalizzare 300 membri della Guardia Nazionale in Illinois e di inviarne 400 dal Texas, nonostante le obiezioni del governatore democratico J.B. Pritzker. Pritzker ha affermato che il potenziale dispiegamento equivale a "un'invasione di Trump" e ha chiesto al governatore repubblicano del Texas Greg Abbott di bloccarlo. Abbott ha replicato e ha affermato che la repressione era necessaria per proteggere i dipendenti federali che si trovano in città nell'ambito dell'intensificazione dei controlli sull'immigrazione da parte del presidente. La portavoce della Casa Bianca Abigail Jackson ha confermato in una dichiarazione del fine settimana che Trump ha autorizzato l'impiego di membri della Guardia Nazionale dell'Illinois, citando quelle che ha definito "violente rivolte e illegalità in corso" che i leader locali non sono riusciti a sedare.
Un giudice federale si è poi rifiutato di bloccare il dispiegamento mentre un funzionario militare ha dichiarato che 200 soldati della Guardia Nazionale del Texas erano diretti in Illinois, e gli avvocati dell'amministrazione Trump hanno affermato che si prevedeva il loro dispiegamento entro martedì o mercoledì. Un tentativo simile di inviare truppe del Texas a Portland, Oregon, è stato per ora bloccato dai giudici.
I funzionari dell'Illinois e dell'Oregon affermano, invece, che l'intervento militare non è necessario e che il coinvolgimento federale sta infiammando la situazione. Il testo definisce tali mosse “illegali, pericolose e una minaccia all’integrità statale”. In risposta, il sindaco di Chicago, Brandon Johnson, ha emesso un ordine esecutivo che vieta l’uso di proprietà comunali per operazioni federali di immigrazione, impedendo così che edifici, garage e spazi urbani vengano impiegati come basi operative da agenti ICE. Le tensioni sono già esplose sul campo. Recenti raid condotti da agenti federali a Chicago hanno impiegato elicotteri e gas lacrimogeni, provocando proteste e accuse di azioni militari interne e uso sproporzionato della forza.
La Casa Bianca ha definito il divieto di alcune zone di Chicago all'Ice un "disgustoso tradimento" dei cittadini rispettosi della legge. "Una mossa politica malata", si legge in una nota che attacca la decisione del sindaco della città che "coccola criminali, assassini, immigrati clandestini, stupratori e membri di gang che si approfittano di americani innocenti". Chicago è "una zona di guerra". Lo ha detto Trump nello Studio Ovale. "Credo che sia peggio di qualsiasi altra città al mondo: anche in Afghanistan resterebbero senza parole per i nostri livelli di criminalità".
A livello giudiziario, la causa è stata assegnata al Distretto federale di Chicago, davanti al giudice April Perry. I querelanti chiedono un’ingiunzione urgente che impedisca qualsiasi operazione di “federalizzazione, rilocalizzazione o dispiegamento” delle truppe di Guardia Nazionale in Illinois. Questa battaglia legale si inserisce in un contesto più ampio: nel corso del 2025 l’amministrazione Trump ha autorizzato missioni della Guardia Nazionale e forze federali in città come Los Angeles, Washington D.C., Portland e Memphis, in nome della lotta alla criminalità e all'immigrazione illegale. Tali misure sono state spesso contestate, con giudici che hanno sollevato obiezioni costituzionali sull’uso delle forze armate in ambito civile.
Questa dinamica riflette sempre più uno scontro crescente tra il potere federale e gli Stati governati da una fazione politica avversa, sollevando interrogativi sulla legittimità dell’uso della forza armata nel controllo urbano interno e sulla salvaguardia dei diritti
costituzionali. Trump si dice pronto a invocare l'Insurrection Act, la legge che dà al presidente il potere, in casi eccezionali, di mobilitare l'esercito federale e la Guardia Nazionale per compiti di polizia.