Politica estera

"Non c'è alternativa all'accordo con Tunisi": il richiamo di Weber a Macron e Scholz

Sul memorandum di intesa tra Ue e Tunisi si accende lo scontro intorno al Parlamento europeo. Il presidente del Ppe sostiene la linea Meloni-Rutte e lancia la sfida a Macron e Scholz

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Il presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, entra nel dibattito sull'accordo tra Unione europea e Tunisia e conferma la sua piena adesione alla road-map seguita fino a questo momento.

"Non c'è nessuna alternativa a collaborare con i nostri i vicini, il memorandum con la Tunisia è la via giusta e un esempio per gli accordi in futuro" ha detto in conferenza stampa a Strasburgo proprio a poche ore dal rifiuto del presidente tunisino Kais Saied di accettare i soldi di Bruxelles. "Parliamo di Tunisia solo quando si parla di migranti, ma dobbiamo ascoltare le loro preoccupazioni, sul loro sviluppo economico" ha continuato Weber, sottolineando la necessità di trovare il prima possibile una soluzione all'impasse. Per il presidente del Partito popolare europeo è essenziale che su questo memorandum di intesa collaborino anche il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Una questione giò sollevata dallo stesso leader del Ppe proprio su il Giornale.

"Per ora solo leader come Meloni e Rutte hanno mostrato sostegno al memorandum Ue-Tunisia. Io chiedo da settimane che anche leader come Macron e Scholz si impegnino su questo tema, Scholz dovrebbe andare in Tunisia" ha sottolineato Weber. Ed è un segnale politico su cui vale la pena riflettere, dal momento che come presidente del Ppe, Weber cerca anche di sollecitare i due principali leader nazionali che fanno parte di due gruppi parlamentari diversi da quello popolare, uno con Renew Europe e uno con i socialisti europei. Il governo Scholz, inoltre, è stato anche oggetto di critiche da parte del presidente del Ppe, che in un suo recente tweet ha esortato il governo semaforo a non "fare altri giochi politici" sul tema dei migranti.

Il tema quindi riguarda sia i rapporti con la Tunisia sia i rapporti interni all'Unione europea e all'Eurocamera. Nei giorni scorsi, le parole di Saied sui fondi stanziati da Bruxelles sono state chiare. Per Tunisi, quanto offerto dall'Ue non è cooperazione ma "carità", contraria "allo spirito che ha prevalso durante la Conferenza di Roma". Il Partito popolare europeo cerca di mantenere la barra dritta, ribadendo il sostegno al piano concordato tra Saied, Giorgia Meloni, il premier olandese Mark Rutte e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma non è un caso che Weber abbia voluto citare sia Macron che Scholz.

Proprio dal partito europeo di cui fa parte il cancelliere tedesco è infatti arrivata una dura presa di posizione nei confronti del memorandum con la Tunisia. "Abbiamo bisogno di percorsi legali e sicuri per le migrazioni. Quello di cui non abbiamo bisogno è questo tipo di accordi con dittatori, con regimi autoritari, come quello tentato dalla Commissione con la Tunisia solo di recente" ha detto il vicepresidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici, Pedro Marques, che ha sottolineato come "Saied rifiuta persino la carità dell'Unione europea dopo aver rifiutato una missione del Parlamento europeo perché non vuole il controllo democratico".

Lo scontro a questo punto sembra acclarato.

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