La minaccia del Cremlino: "Cambieremo la dottrina nucleare russa"

La Russia annuncia una revisione delle regole d'ingaggio nucleari in risposta all'"escalation occidentale" in Ucraina

La minaccia del Cremlino: "Cambieremo la dottrina nucleare russa"
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A quasi un mese dall’inizio della controffensiva ucraina nell’oblast di Kursk, la Russia alza i toni dello scontro con Kiev e i suoi alleati. Dopo aver lanciato negli scorsi giorni numerosi blitz missilistici contro le principali città dell’Ucraina, Mosca infatti adesso evoca importanti modifiche alla dottrina che regola l’eventuale impiego di armi nucleari della Federazione come risposta all’”escalation occidentale” nel conflitto nell’Europa orientale.

A darne notizia è l’agenzia giornalistica Tass che ha riportato le dichiarazioni del viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov secondo il quale i lavori di aggiornamento delle regole d’ingaggio nucleari sono “in una fase avanzata”. L’andamento dell’operazione militare speciale e le iniziative dei partner dell’Ucraina vengono citate esplicitamente tra le motivazioni della revisione in corso insieme “all’analisi e all’esame degli sviluppi dei recenti conflitti”.

Ryabkov non fornisce un’indicazione temporale precisa per la fine della stesura della nuova dottrina sottolineando che si tratta “del più importante aspetto della nostra sicurezza nazionale”. Le parole del viceministro degli Esteri seguono di pochi giorni quelle di Sergey Naryshkin, direttore dello spionaggio estero (Svr), che ha accusato gli Stati Uniti di voler “portare uno squilibrio al sistema di sicurezza internazionale” in materia di armi nucleari.

L’attuale dottrina nucleare è contenuta in un decreto dello zar del 2020 e stabilisce il ricorso ad armi atomiche russe in risposta ad un attacco nucleare da parte dei suoi nemici o ad un blitz convenzionale che minaccia l’esistenza dello stato. In quest’ottica il sostegno degli Stati Uniti e di altre nazioni occidentali all’Ucraina viene considerato da Mosca come un conflitto per procura che ha lo scopo di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. “L’Occidente si è spinto troppo in là”, afferma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aggiungendo che la Federazione farà di tutto per proteggere i suoi interessi.

Il dibattito in Russia sulla dottrina nucleare è in corso da mesi. Già nelle prime ore dell’aggressione della Federazione all’Ucraina fu lo stesso presidente Vladimir Putin a minacciare l’impiego in guerra di armi devastanti e da allora diversi esponenti del Cremlino o commentatori legati al regime si sono più volte espressi a favore dell’utilizzo di bombe nucleari per piegare l’avversario. A giugno lo zar ha dichiarato che la dottrina nucleare è uno “strumento” suscettibile di cambiamenti a seconda degli eventi globali. “Da un punto di vista militare”, ha affermato inoltre Putin qualche mese prima, la Russia è pronta ad uno scontro nucleare.

Il Wall Street Journal ricorda che gli ultimi eventi della guerra in Ucraina e l’incursione di Kiev nel Kursk rappresentano quasi un unicum nella storia. Per la prima volta infatti una nazione non in possesso di armi nucleari controlla una parte del territorio di una potenza dotata di bombe atomiche.

Una circostanza che in altri contesti ha sempre scoraggiato lo Stato più debole a colpire quello più forte. Se però per alcuni analisti la deterrenza russa sembra essere in crisi altri avvertono che Mosca potrebbe presto rispondere alle azioni dell’avversario considerandole l'attraversamento di un’inviolabile linea rossa.

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