Politica estera

Putin prepara la "bomba migranti" contro le Europee: cosa può succedere

Il Daily Telegraph riporta il piano di Putin per seminare il caos in Africa attravero le azioni dei paramilitari russi e far esplodere così il numero degli arrivi di immigrati in Europa. Obiettivo finale: influenzare le elezioni nel Vecchio continente

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Vladimir Putin mira a destabilizzare l’Europa usando l’immigrazione incontrollata dall’Africa “come un’arma”. È il Daily Telegraph a riportare il machiavellico piano del presidente russo che intende condizionare l’agenda politica nei Paesi del Vecchio continente alla vigilia di cruciali appuntamenti elettorali tra i quali le elezioni europee di giugno e quelle previste entro la fine dell'anno nel Regno Unito.

Il piano africano del Cremlino

Gli analisti sospettavano da tempo che il Cremlino stesse escogitando un modo per colpire attraverso metodi di “guerra ibrida” le nazioni occidentali sostenitrici dell’Ucraina. Da questo punto di vista interferire nel processo democratico dei Paesi considerati nemici è uno degli strumenti a cui il regime russo fa sempre più ricorso e la conferma arriva appunto dai documenti di intelligence visionati dal quotidiano britannico che svelano l'influenza ottenuta da Mosca sulle rotte percorse dagli immigrati e sugli agenti di frontiera in Africa.

Primo obiettivo per Putin consisterebbe nello sfruttare le milizie private presenti in territorio africano, tra le quali l’organizzazione Wagner, per seminare il caos. In realtà i mercenari russi sono già impegnati in azioni volte a generare instabilità in Burkina Faso, Libia, Mali, Repubblica Centrafricana e Sudan e le violenze in questi Paesi avrebbero prodotto spostamenti di migliaia di sfollati verso le coste del nord Africa alla disperata ricerca di mezzi per raggiungere l’Europa. In particolare per gli esperti la Repubblica Centrafricana si colloca in una posizione strategica che permette ai paramilitari russi di accedere al Sudan e di qui alla Libia.

Il Cremlino avrebbe inoltre cercato di mettere in piedi una forza di polizia addetta al controllo dei confini composta da circa 15mila uomini ex appartenenti alle milizie libiche. Quest’ultimo progetto avrebbe però subito una battuta d'arresto in quanto i pagamenti previsti passare per un fantomatico “istituto di cultura russo-libica" non si sarebbero materializzati. Seppur non sia andata a buon fine, l’iniziativa di Mosca è comunque indice delle inquietanti aspirazioni della Federazione guidata con il pugno di ferro da Putin e anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che ci sono prove d'intelligence che mostrano come i mercenari in Africa siano “molto attivi e in contatto con gruppi di trafficanti e milizie interessate al traffico di esseri umani”.

Il "gioco" russo in Europa

Frontex, l’agenzia di frontiera dell’Unione europea, conferma che la Russia sta usando l’immigrazionecome una leva in un più vasto gioco di influenza e di pressione”. “Se puoi controllare le rotte dei migranti verso l’Europa puoi controllare in maniera efficace le elezioni” spiega un'altra fonte citata dal Telegraph secondo la quale si può “influenzare l’opinione pubblica in un momento cruciale” diminuendo o incrementando il flusso di immigrati in una determinata area. Del resto, Putin cerca di condizionare la politica del Vecchio continente almeno dal 2021 quando il suo stretto alleato e presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha inviato al confine con la Polonia migliaia di migranti provenienti dal Medio Oriente.

Nel 2023 il Mediterraneo centrale è stato attraversato da 380mila persone ma l'Italia non è l'unica nazione ad affrontare le ricadute di quanto avviene alle porte dell'Europa. Infatti la Finlandia ha dovuto chiudere di recente numerosi valichi di frontiera a causa del flusso di irregolari dalla Russia mentre nel Regno Unito lo scorso anno è stato concesso lo status di rifugiato ad oltre 62mila persone, il numero più alto da quando nel 1984 Londra ha cominciato a tenere traccia di questi dati.

Proprio il governo conservatore di Rishi Sunak, in difficoltà per gli attraversamenti senza sosta nella Manica, è sotto pressione per la gestione del dossier immigrazione e potrebbe subire nei prossimi mesi una sconfitta elettorale che aprirebbe le porte di Downing Street ad un premier laburista.

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