"Il sogno è vedere l'Iran democratico. Il regime minaccia tutto l'Occidente"

Il ministro israeliano della Diaspora, Amichai Chikli: "Il cambio di leader non obiettivo formale"

"Il sogno è vedere l'Iran democratico. Il regime minaccia tutto l'Occidente"
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Amichai Chikli è una delle figure più influenti del governo israeliano, Ministro della Diaspora e della lotta all'antisemitismo, dal 7 ottobre è in prima linea per raccontare al mondo la barbarie di Hamas e negli ultimi giorni sta seguendo in prima persona la guerra in Iran.

Ministro, Israele sta raggiungendo i suoi obiettivi nella guerra contro l'Iran?

«Abbiamo due obiettivi principali, il primo è eliminare il programma nucleare iraniano, il secondo cancellare le capacità balistiche del regime. Gli iraniani possono arrivare a una produzione missilistica consistente e, come si è visto in questi giorni, anche Israele che ha la miglior difesa antimissilistica al mondo non riesce a intercettarli al 100%. Per quel che riguarda il nucleare al momento abbiamo distrutto due terzi dei siti di produzione e ucciso gli scienziati che si occupavano della sua realizzazione quindi siamo in una situazione positiva ma è necessario distruggere l'impianto di arricchimento di uranio di Fordow».

Per farlo è però necessario l'aiuto degli Usa che sono gli unici a possedere l'ordigno Gbu-57 capace di penetrare nella roccia in profondità.

«Non vogliamo fare pressione sugli Stati Uniti ma è importante tenere presente che l'Iran non è un nemico solo di Israele ma anche di tutto l'Occidente. Occorre ricordare che l'Iran ha finanziato Hezbollah che nei decenni passato ha ucciso militari americani e che i leader iraniani scandivano lo slogan morte all'America. In ogni caso noi rispettiamo ogni decisione presa da Donald Trump che è un uomo coraggioso e lo ringraziamo per il suo sostegno».

Lei ha condiviso sui social una sua foto con il figlio dello scià Reza Pahlavi con scritto «presto a Teheran», pensa sia un'ipotesi possibile?

«L'Iran è un regime e non sappiamo il reale stato dell'opposizione, senza dubbio lui è un simbolo di opposizione alla rivoluzione iraniana ma il mio auspicio è vedere un Iran democratico».

Un cambio di regime non è tra gli obiettivi di Israele?

«Non c'è una modalità operativa per fare un regime change, non è il nostro obiettivo formale ma gli Stati Uniti e le nazioni europee devono tenere in considerazione prima di decidere cosa fare che il nucleare iraniano è una minaccia non solo per Israele ma per tutto l'Occidente».

Vuol dire che anche le nazioni europee dovrebbero dare supporto militare a Israele?

«Non voglio entrare nei dettagli ma mi limito a dire che l'Iran gioca un ruolo importante nella guerra in Ucraina poiché i droni che colpiscono l'Ucraina sono forniti ai russi dagli iraniani, questo l'Europa deve ricordarlo. Inoltre quando vedi un regime che lancia missili sugli ospedali capisci che l'Iran è animato da un istinto genocidario nei confronti del popolo israeliano e che vuole eliminare Israele».

L'accusa di genocidio è quella che viene mossa a Israele in Occidente per la situazione a Gaza.

«Sarò molto chiaro: dire che Israele ha compiuto un genocidio a Gaza è un insulto all'intelligenza e un'affermazione di violento antisemitismo. Prima del 7 ottobre abbiamo aiutato le persone di Gaza, molti lavoravano in Israele ma è Hamas che ha invaso Israele massacrando migliaia di persone innocenti tra

cui donne, anziani e bambini e rapito centinaia di israeliani. Hamas deve rilasciare subito gli ostaggi e arrendersi issando bandiera bianca, non accetteremo nessun compromesso. Non abbiamo mai avuto l'obiettivo di uccidere i civili anche se bisogna chiedersi se siano davvero civili quelle persone che hanno festeggiato nelle strade dopo il 7 ottobre o che hanno dato informazioni ai terroristi per i loro attacchi. Allo stesso modo non abbiamo mai voluto colpire ospedali, il problema è che Hamas li ha usati per nascondere i suoi uomini come nel caso dei tunnel costruiti nei pressi dell'ospedale europeo».

Non pensa che la guerra a Gaza e in Iran possano allontanare i Patti di Abramo e la stabilità del Medio Oriente?

«La guerra all'Iran avrà conseguenze non solo per il Medio Oriente ma in tutto il mondo. Se il regime crolla Hezbollah non tornerà a operare in Africa, America Latina e in tutte quelle parti del mondo in cui ha influenza. In Yemen sarà interessante vedere cosa faranno gli Youthi senza l'Iran, così come i gruppi terroristici in Somalia, a giovarne saranno anche gli stati arabi. Mi lasci però aggiungere un'ultima cosa».

Prego

«Vorrei ringraziare Giorgia Meloni, ho sentito una sua dichiarazione in cui ha detto in modo chiaro che l'Iran non deve avere la bomba atomica, grazie per il suo messaggio e il sostegno».

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