Soldati, aerei spia e navi da guerra: così Trump blinda il confine con il Messico

Cresce il dispiegamento di militari americani alla frontiera meridionale. I dubbi del Congresso e degli esperti sull'impiego di truppe sul territorio nazionale

Soldati, aerei spia e navi da guerra: così Trump blinda il confine con il Messico
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Continua l’espansione della presenza di forze militari Usa al confine col Messico. Come riporta in una lunga inchiesta il New York Times, negli ultimi quattro mesi il ministero della Difesa guidato da Pete Hegseth ha inviato migliaia di soldati e veicoli corazzati Stryker alla frontiera sud-occidentale per porre fine all’emergenza sicurezza proclamata dal presidente Donald Trump. Per monitorare senza sosta la situazione e bloccare l’"invasione" di migranti, trafficanti e cartelli della droga denunciata dal tycoon, l’esercito statunitense ha inviato anche aerei spia U-2, droni di sorveglianza, elicotteri e persino due cacciatorpedinieri.

Il Pentagono ha creato due strette strisce di terra lungo il confine di 2.000 miglia tra gli States e il Messico, una di 200 miglia nel New Mexico e l’altra di 63 miglia in Texas, rendendole di fatto parti delle vicine basi militari. I migranti che vi mettono piede sono considerati intrusi in un territorio controllato dall’esercito e possono essere trattenuti temporaneamente sino all’arrivo degli agenti della Border Patrol. Trump e i suoi consiglieri hanno almeno per il momento escluso di invocare una legge approvata oltre due anni fa, l’Insurrection Act, per consentire alle forze armate di svolgere compiti di polizia. L'amministrazione repubblicana preme però per un’ulteriore espansione nell’impiego dei soldati in territorio messicano contro i narcotrafficanti. Un piano respinto al mittente dalla “presidenta” Claudia Sheinbaum.

Da Washington non è stata indicata una data di fine della missione del Pentagono al confine che sino ad ora è costata 525 milioni di dollari e ha comportato un dispiegamento di circa 8.600 militari in servizio attivo rispetto ai circa 2500 presenti nell’area negli ultimi mesi della presidenza Biden. E come sottolinea il quotidiano di New York, mentre la missione del dipartimento della Difesa cresce in termini di dimensioni, portata e complessità, infuria il dibattito su cosa essa comporti in termini non solo economici ma di prontezza operativa dei soldati Usa rispetto a minacce estere tradizionali.

Diversi esponenti del Congresso, supportati dalle analisi degli esperti, sollevano infatti dubbi sull’utilità di un tale impiego di truppe, le quali dovrebbero invece essere impegnate in attività di addestramento in Europa, Medio Oriente e nell’Indo-Pacifico. Jack Reed, il principale esponente del partito democratico della commissione per i Servizi armati, ha dichiarato al Senato che “è difficile spiegare le missioni di confine come qualcosa di diverso da una distrazione" dal raggiungimento della prontezza operativa.

Dall’esercito arrivano però dichiarazioni di segno contrario. Il Generale Scott M. Naumann, che supervisiona la Joint Task Force-Southern Border, sottolinea che gli arruolati "abbracciano" quella che definisce la missione della loro generazione. Altri comandanti e soldati che non si sono formati in Afghanistan e Iraq fanno sapere che i livelli di prontezza militare sono in aumento e precisano che partecipare a uno degli incarichi più cari a Trump dà loro uno scopo che invece non troverebbero allenandosi nelle basi o prendendo parte alle esercitazioni.

Come effetto della massiccia presenza di soldati alla frontiera, il numero di immigrati fermati dalla U.S. Customs and Border Protection (Cbp) è rimasto ai minimi storici negli ultimi tre mesi, oscillando tra circa 11.000 e 12.000, dopo un calo dell'81% tra gennaio e febbraio. La Cbp ha appena diffuso i dati relativi ad aprile 2025 che riportano una diminuzione del 9,2% rispetto al mese precedente e del 93,3% rispetto allo stesso mese del 2024. Il numero di arresti registrati tra gennaio 2022 e ottobre 2024 non è mai stato inferiore ai 100.

000 al mese e ha raggiunto il picco di oltre 300.000 a dicembre 2023. La ricetta di Trump, per ora, sembra dunque funzionare. Il suono della campana nel Pacifico, o altrove, potrebbe però comportare per il tycoon un brusco risveglio.

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