Telefonata Trump-Putin: "Russia pronta a mediare tra Israele e Iran"

Il presidente russo condanna l'attacco israeliano e conferma di essere disponibile a proseguire i negoziati con l'Ucraina. Zelensky: "gli Usa cambino toni con la Russia"

Telefonata Trump-Putin: "Russia pronta a mediare tra Israele e Iran"
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Nuova telefonata tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin. Al centro del colloquio telefonico durato una cinquantina di minuti l’escalation della crisi in Medio Oriente con l’avvio nelle ultime ore dell’operazione militare israeliana "Rising Lion" che sulla carta punta a frenare il programma nucleare di Teheran ma che secondo diversi osservatori potrebbe avere finalità ben più ampie.

Stando a quanto riportato dall'agenzia russa Ria Novosti, Putin nel corso della conversazione ha condannato gli attacchi di Tel Aviv e ha informato Trump sui contatti telefonici avuti ieri con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e con il presidente iraniano Masoud Pezeshkian. L’assistente presidenziale per gli affari internazionali russo Yuri Ushakov, citato dall’agenzia Tass, ha riferito che Trump ha definito "molto allarmante" la situazione e che Putin ha annunciato la disponibilità del Cremlino a mediare tra lo Stato ebraico e la Repubblica Islamica.

Nonostante la gravità della crisi, i due leader non hanno escluso un ritorno al tavolo dei negoziati per trovare una soluzione al programma nucleare iraniano. Sempre Ushakov ha indicato che Trump e Putin hanno sottolineato ”l'importanza di impedire l'escalation del conflitto e la prontezza della parte russa a mettere in atto eventuali sforzi successivi". Il consigliere presidenziale del Cremlino ha reso noto che il presidente statunitense “ha ribadito ancora una volta il suo interesse per una rapida conclusione del conflitto russo-ucraino" e il suo omologo russo ha confermato di essere pronto a proseguire i negoziati con Kiev dopo il 22 giugno. Il capo della Casa Bianca è stato inoltre informato da Putin sui progressi dello scambio di prigionieri concordato con l’Ucraina. Il colloquio telefonico, durante il quale il tycoon ha ricevuto dal presidente della Federazione gli auguri per il suo 79esimo compleanno, è stato definito da Ushakov "significativo, sincero e, cosa più importante, molto utile".

Se i raid israeliani in Iran e la rappresaglia del regime degli ayatollah distolgono l’attenzione mediatica dal conflitto in Europa orientale, su quest'ultimo fronte si registrano importanti evoluzioni. Nelle scorse ore infatti l’esercito russo ha ampliato la sua offensiva estiva entrando per la prima volta dall’inizio della guerra nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina orientale. Per gli esperti è improbabile che Mosca intenda prendere il controllo anche di questa regione ma analisti militari e soldati ucraini dichiarano al New York Times che con questa mossa la Federazione ha un doppio obiettivo: simbolico, puntando a deprimere il morale delle truppe di Kiev, e strategico, in quanto rafforzerebbe le difese russe nelle aree circostanti.

Che la situazione sul campo non stia volgendo a favore di Kiev, nonostante gli sforzi diplomatici americani e l’impressionante attacco a sorpresa ucraino contro jet e bombardieri russi di inizio giugno, lo conferma il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, il quale ha dichiarato che senza gli Stati Uniti il sostegno europeo al suo Paese sta "rallentando". Il presidente ucraino ha poi pubblicato un post su X in cui ha invitato gli Usa a "cambiare tono" nel dialogo con la Russia, ritenendolo al momento “troppo conciliante”. Facendo appello all’ego del capo della Casa Bianca, Zelensky ha inoltre rilasciato un’intervista nella quale ha affermato che “nessuno è riuscito a fermare Putin. Rimane solo Trump, che forse ci riuscirà. Ma per fermare Putin, una cosa è essenziale: deve perdere denaro.

Solo allora non sarà in grado di espandere il suo esercito e il settore militare". "Ecco perché le sanzioni sono importanti”, ha proseguito il leader ucraino aggiungendo che esse “colpiscono il settore bancario, la flotta ombra e i prezzi del petrolio".

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