"Dà priorità ai migranti irregolari". E Trump fa causa a Los Angeles

Ancora una volta, la città californiana finisce al centro dello scontro sull'immigrazione clandestina tra la Casa Bianca ed esponenti del partito democratico

"Dà priorità ai migranti irregolari". E Trump fa causa a Los Angeles
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Dopo settimane in cui la politica estera ha monopolizzato l'attenzione negli Stati Uniti (e non solo) sollevando perplessità in diversi settori del movimento Maga e spaccando una parte del nuovo partito repubblicano, il presidente Usa Donald Trump torna a strizzare l'occhio alla sua base riaccendendo i riflettori sul fronte interno, in particolare sul tema dell'immigrazione. Infatti, a pochi giorni dalla sentenza della Corte Suprema sullo ius soli che limita il potere dei giudici federali "inferiori" di sospendere le decisioni della Casa Bianca, l'amministrazione repubblicana guidata dal tycoon ha fatto causa alla città di Los Angeles per le sue politiche in materia di immigrazione. Nominati come imputati il sindaco della metropoli Karen Bass, il consiglio comunale e il presidente del consiglio comunale Marqueece Harris-Dawson.

A riferire la notizia è l'emittente Nbc News secondo cui il tycoon accusa la città californiana di discriminare le forze dell'ordine federali trattandole in modo diverso dalle altre autorità preposte all'applicazione della legge. Inoltre, per la squadra del presidente le norme e le politiche della metropoli ostacolano l'applicazione delle leggi sull'immigrazione. Trump, si legge nel testo depositato nel distretto centrale della California, "ha condotto la campagna eletorale e vinto le presidenziali basandosi su una piattaforma che prevedeva l'espulsione di milioni di immigrati clandestini a cui la precedente amministrazione aveva consentito, attraverso la sua politica di frontiere aperte, di entrare illegalmente nel Paese".

La mossa del leader Usa che sul tema del controllo delle frontiere ha costruito la sua fortuna politica è stata sottolineata in una nota rilasciata dal procuratore generale Pamela Bondi, la quale sostiene che "le politiche di protezione sono state la causa principale della violenza, del caos e degli attacchi alle forze dell'ordine a cui gli americani hanno recentemente assistito a Los Angeles". Per Bondi, giurisdizioni come quella della città californiana "che violano la legge federale dando priorità agli immigrati clandestini rispetto ai cittadini americani stanno minando l'applicazione della legge a ogni livello".

Tra i primi atti di Bondi al dipartimento di Giustizia c'è la causa contro New York e le sue politiche da "città santuario", un'espressione che indica metropoli e Stati, amministrati soprattutto da esponenti democratici, che si oppongono alle retate degli agenti federali contro gli irregolari ordinate dell'amministrazione repubblicana e più in generale a molte delle iniziative del capo della Casa Bianca.

La nuova causa arriva dopo le recenti proteste a Los Angeles, culminate anche in violenze, a cui The Donald ha risposto inviando sul posto la Guardia nazionale. Una decisione che ha fatto registrare un acceso scontro tra Trump e, oltre al sindaco Bass, il governatore della California Gavin Newsom, possibile candidato alla presidenza nel 2028.

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