
C'era un tempo in cui Antonio Gramsci si interessò agli Stati Uniti attraverso la rivoluzione industriale fordista. Oggi invece sono gli americani ad interessarsi ad Antonio Gramsci intorno alla sua teoria sull'egemonia culturale. In particolar modo nell'universo MAGA sempre più fedele al presidente Donald Trump nonostante la marginalizzazione di Steve Bannon, suo ex stratega alla Casa Bianca. L'artefice di questa (ri)scoperta è Christopher Rufo, quarantenne di origini italiane, che Tucker Carlson ha definito come «uno dei giornalisti e registi più efficaci del Paese». Dopo una serie di documentari girati nell'America profonda, nel 2023 ha pubblicato un libro dal titolo La Rivoluzione Culturale Americana. Come la sinistra radicale ha conquistato tutto che avrebbe ispirato Donald Trump nelle politiche contro Harvard (e non solo). Rufo, partendo da Gramsci appunto, racconta l'occupazione intellettuale nelle università da parte di una frangia militante dei democratici colpevole di aver diffuso una cultura sovversiva di matrice
woke.
Christopher Rufo è solo uno dei tanti nuovi volti del MAGA 2.0, nativi digitali, cresciuti con il mito di Fox News, ma molto più influenti e efficaci sui nuovi mezzi di comunicazione. Tanto da essere riusciti, a proposito di Antonio Gramsci, ad egemonizzare lo spazio virtuale, tra streaming, podcast e campagne virali. Alex Bruesewitz, 27 anni, già consulente strategico di Donald Trump per la Generazione Z, è uno dei teorici di questa occupazione dell'infosfera. Anche lui nel 2022 ha scritto un vero e proprio manuale intitolato Vincere la guerra dei social media che delinea appunto le tecniche su come riconquistare efficacemente influenza nel dibattito culturale attraverso l'uso dei social media. Questa capacità di penetrazione nelle audience adesso viene persino potenziata dal canale privilegiato che questi nuovi media legati all'universo MAGA hanno costruito con la Casa Bianca. Tanto da garantirgli non solo notizie di primissima mano, ma anche la possibilità di poter accedere nei centri nevralgici del potere a Washington. Reporter e podcaster come Raheem Kassam del The National Pulse, Mary Margaret Olohan e Jack Posobiec del The Daily Wire sono stati
invitati a seguire i funzionari del governo all'estero; mentre rappresentanti di testate come Washington Reporter, TownHall.com, Rumble, Lindell TV, Real America's Voice e X sono apparsi alle conferenze stampa della Casa Bianca in posti riservati ai nuovi media oppure spesso chiamati a porre domande.
I canali informativi del MAGA 2.
0 infatti, per via del numero di follower e di una corsia preferenziale alla Casa Bianca, stanno ottenendo accordi pubblicitari e contratti di distribuzione sempre più importanti nonché sviluppando broadcast solidi tramite una crescente rete di investitori e allevando una nuova generazione di giornalisti. Non solo «egemonia culturale» dunque. Gli Stati Uniti sono diventati il laboratorio più avanzato di quello che Vilfredo Pareto nel suo monumentale Trattato di sociologia generale chiamava «circolazione delle élite».