Politica estera

"Xi vola da Putin in settimana": cosa può succedere tra Cina e Russia

Xi, secondo Reuters, andrà presto a Mosca. La visita mostra che la Russia non è isolata, ma anche che su molti fronti è un satellite di Pechino

"Xi vola da Putin in settimana": cosa può succedere tra Cina e Russia

Il presidente cinese Xi Jinping avrebbe in programma di recarsi a Mosca già la prossima settimana per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. A riportarlo è Reuters che dichiara di aver ottenuto la notizia da fonti non precisate di rango diplomatico e sottolinea che la mossa di Xi avverrebbe poco dopo aver ottenuto il terzo mandato da presidente cinese. Riconfermato capo di Stato dopo esser stato rieletto Segretario del Partito Comunista Cinese al congresso autunnale, Xi è dunque anche formalmente carico di ogni crisma per incontrare l'omologo del Cremlino.

Se la visita sarà confermata si tratterà della rapida materializzazione di quanto già tre settimane fa il Wall Street Journal aveva anticipato riguardo la possibilità di un'imminente visita di Xi a Mosca alla corte di Putin. Il ministero degli Esteri russo a gennaio aveva detto che Xi sarebbe giunto nel Paese nel 2023. L'ultimo viaggio di Xi Jinping a Mosca è avvenuta nel giugno 2019 poco prima della sua partecipazione al Forum Economico di San Pietroburgo. Con Putin, invece, l'ultimo faccia a faccia è avvenuto a Samarcanda, in Uzbekistan, lo scorso 15 settembre in occasione del summit dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco).

Cosa c'è in gioco

La visita cadrebbe in una fase estremamente delicata per le relazioni internazionali e in un contesto in cui la Russia sta aumentando la pressione in Ucraina per ottenere risultati a lei favorevoli nel conflitto che la vede impegnata in Est Europa. Da tempo molti attori internazionali premono affinché la Cina eserciti un ruolo di mediazione a tutto campo per convincere Putin a sedersi al tavolo delle trattative, mentre in più occasioni gli Stati Uniti hanno accusato Pechino di giocare una partita ambigua nei confronti dello Zar, sostenendolo di fatto pur senza aver mai preso posizione in suo favore.

Ma Pechino non vuole certamente apparire una parte in causa nella guerra che, soprattutto sul fronte dell'integrazione economica euroasiatica, ha rotto diverse uova nel suo paniere. La sua linea è quella della pace. E Xi non a caso ha in programma di parlare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina a valle dell'incontro con Putin.

La Cina vive una fase di grande assertività diplomatica e sta tessendo la sua tela. La mediazione per il riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita, di recente, ha mostrato la vitalità della sua diplomazia. Con Mosca la partnership "senza limiti" continua anche perché la guerra in Ucraina ha contribuito a renderla sempre più sbilanciata a favore della Repubblica Popolare, sempre più parte forte del rapporto per la dipendenza russa dalla Cina sui prodotti industriali e i materiali strategici.

L'impulso a un nuovo ordine mondiale

Xi non vuole l'isolamento totale della Russia nello scacchiere globale e visitando Mosca non mancherà di ribadirlo. Ma al contempo la partita della Cina è indipendente sia da quella di Mosca che da quella dell'Occidente. La sfida vera è quella di trovare le nuove linee guida dell'ordine mondiale nascente in cui la competizione per risorse e sfere d'influenza sarà sempre più attiva e competitiva. Se non è ancora un'alleanza, la relazione sino-russa è però un partenariato irrinunciabile per entrambe le parti in causa.

Per la Russia è ancora di sopravvivenza di fronte alle sanzioni. Per la Cina una fonte strategica di energia e di proiezione diplomatica negli spazi euroasiatici, necessaria per controbilanciare la pressione americana nel suo cortile di casa marittimo.

Per il mondo, una visita di Xi a Mosca rimane un appuntamento da guardare con attenzione, specie se dovessero emergere nuovi sviluppi della proposta cinese per una distensione nel caldo confine orientale d'Europa investito da un anno di guerra, per la cui risoluzione Pechino è disposta a muoversi senza però disconoscere un rapporto per lei sempre più vantaggioso.

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