Politica internazionale

Meloni-Scholz, c’è l'intesa: il piano per fermare sbarchi e immigrazione clandestina

Giorgia Meloni e Olaf Scholz hanno discusso dei principali temi europei in un bilaterale a margine del Consiglio europeo di Granada. Al centro, la questione migranti e il nuovo Patto Ue. Soddisfazione della premier italiana

Meloni-Scholz, c’è l'intesa: il piano per fermare sbarchi e immigrazione clandestina

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Faccia a faccia per 45 minuti: prove di disgelo Italia-Germania

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Il premier Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz si sono incontrati per un bilaterale a margine del Consiglio europeo informale di Granada. Nel faccia a faccia, durato 45 minuti, i due leader hanno discusso dei temi caldi al centro del dibattito comunitario, con particolare attenzione alla questione migratoria.

I due capi di governo hanno espresso "soddisfazione" per l'intesa raggiunta a Bruxelles sul regolamento "Crisi a forza maggiore", ovvero quell'insieme di norme che garantisce agli Stati membri dell'Ue la possibilità di applicare norme specifiche per quanto riguarda la procedura di asilo e di rimpatrio, oltre all'attivazione di meccanismi di solidarietà e cooperazione tra i Paesi per quanto riguarda il ricollocamento dei migranti, l’invio di contributi finanziari a sostengo dell'impianto di accoglienza di una nazione particolarmente gravata dalla crisi e la condivisione di personale competente per l'esame delle domande di asilo politico.

Scholz e Meloni hanno anche rimarcato l'ottimo livello di cooperazione tra Roma e Berlino e si sono dati appuntamento al vertice intergovernativo italo-tedesco, che si terrà a novembre in Germania. "Mi sembra che il cancelliere sia consapevole del fatto che la strategia proposta dall'Italia è l'unica ad essere efficace", ha commentato la premier. "Scholz ha confermato il sostegno che aveva dato al nostro lavoro in Tunisia. Sa bene che quel lavoro può dare risultati seri. Tutti dicono che il lavoro fatto con Tunisi deve essere replicato con altri Paesi del Nord Africa, e non solo. Io credo che uno dei temi importanti di questo ragionamento sia avere una lista europea dei Paesi sicuri, perché altrimenti la discrezionalità di ciascuno può dare problemi nella capacità dell'Unione di lavorare con queste nazioni". Il presidente del Consiglio, inoltre, si è detta soddisfatta del fatto che la questione migratoria sia diventata una priorità europea, "indipendentemente da quanto tempo servirà per risolverla". Pare, dunque, che le relazioni tra i Italia e Germania stiano procedendo verso il disgelo, dopo le ultime due settimane caratterizzate da una vera e propria escalation politica causata dai flussi anomali di migranti sbarcati sulle coste italiane.

Il primo passo è stato fatto proprio dalla Repubblica federale, che ha accettato di escludere il "nodo Ong" dalle discussioni su un nuovo Patto europeo per la gestione dell'immigrazione. Una decisione, questa, in contrasto con i toni poco concilianti utilizzati da Berlino nel suo scontro diplomatico con il governo di Roma. L'esecutivo di Scholz, infatti, aveva stabilito unilateralmente di sospendere le procedure di accoglienza di migranti provenienti dall'Italia, accusata di non rispettare il Trattato di Dublino. Ulteriore benzina sul fuoco era stata gettata dalla decisione della Germania di finanziare tre organizzazioni non governative impegnate nel Mediterraneo. Nella contesa tra i due Paesi erano intervenuti anche i rispettivi capi di Stato, Sergio Mattarella e Frank Walter Steinmeier, che si erano detti sicuri della ripresa di un dialogo tra i loro governi.

Il passo indietro di Scholz è stato accolto positivamente da Roma, mentre in patria ha attirato diverse critiche.

In particolare, molti osservatori hanno giudicato come debole la politica migratoria del governo, accusando la "coalizione semaforo" di aver adottato toni più aggressivi su questo tema per cercare di contrastare l'ascesa del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, con l'unico risultato di aver isolato la Germania dal resto dell'Europa.

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