Politica internazionale

"Solo nel 2024". Stoccolma frena: l'Ue se la prende comoda sui migranti

Il rappresentante svedese a Bruxelles svela i piani per il semestre di presidenza di Stoccolma: tra le priorità, non risulta esserci il nuovo patto sull'immigrazione

"Solo nel 2024". Stoccolma frena: l'Ue se la prende comoda sui migranti

Niente nuovo patto europeo sull'immigrazione prima della primavera del 2024 e quindi, di riflesso, niente nuovo patto nemmeno durante il semestre di presidenza della Svezia. A dirlo a chiare lettere è stato il rappresentante permanente di Stoccolma a Bruxelles, Lars Danielsson. Intervistato dal Financial Times, il diplomatico ha parlato dei piani svedesi per i prossimi sei mesi. Tra le priorità, non spicca per l'appunto la gestione dell'immigrazione.

Le parole del rappresentante svedese

A Bruxelles c'è molta curiosità circa l'operato di Stoccolma. Di recente mai forse, alla vigilia dell'inizio di un semestre, si è avuta molta attenzione alle parole e ai primi fatti posti in essere dalla presidenza di turno.

Il motivo è dato dalla presenza, all'interno della maggioranza di governo svedese, del partito dei Democratici Svedesi. A dispetto del nome, questi ultimi si collocano in una posizione considerata come la più estrema a destra nel panorama politico di Stoccolma. E, in ottica europea, il partito ha espresso più volte posizioni euroscettiche.

Anche se il loro appoggio al governo guidato dal premier Ulf Kristersson (capo del Partito Moderato) è solo esterno, nei palazzi delle istituzioni europee ci si chiede in che modo i Democratici Svedesi possano influire sul semestre di presidenza di Stoccolma.

Il Financial Times ha quindi chiesto un parere in tal senso al rappresentante svedese a Bruxelles. Danielsson ha dichiarato che il suo governo nei prossimi sei mesi si occuperà principalmente di due punti: sostegno all'Ucraina e sostegno al libero mercato europeo contro possibili nuovi futuri aiuti di Stato. Non è invece in agenda un nuovo patto europeo sull'immigrazione.

Il tema verrà sì affrontato, ma non è in programma durante il semestre svedese arrivare a varare un nuovo documento. “Faremo sicuramente avanzare il lavoro – ha dichiarato il diplomatico – e lo faremo con piena forza. Ma non vedrete un patto migratorio completato durante la presidenza svedese”.

E probabilmente neppure con il prossimo semestre, quello spagnolo. “Da quel che so – ha aggiunto infatti Danielsson – il nuovo patto sull'immigrazione vedrà la luce non prima della primavera del 2024”.

Perché la posizione di Stoccolma non deve sorprendere

C'è chi parla, come si legge su Repubblica, di un vero e proprio schiaffo al governo italiano dato da un altro governo di centrodestra. Da una Stoccolma trainata da un esecutivo votato dai Democratici Svedesi, è il ragionamento fatto da molti anche a Bruxelles, era forse lecito aspettarsi un aiuto alla maggioranza di centrodestra guidata da Giorgia Meloni. La quale, come si sa, dal suo insediamento insiste affinché la gestione dell'immigrazione venga fissata tra gli interventi prioritari in Europa.

In realtà però la posizione espressa dal rappresentante della Svezia non sorprende. Se da un lato è vero che il tema migratorio accomuna le coalizioni di centrodestra in Europa, dall'altro è altrettanto vero che mai una riforma organica nell'Ue è arrivata a compimento in tempi rapidi.

Di nuovo patto sull'immigrazione si parla da sempre. Limitandoci alla commissione di Ursula Von Der Leyen, una prima proposta per un nuovo piano è arrivata nel settembre del 2020. Un accordo però non si è mai trovato. Di recente, Mario Draghi prima e Giorgia Meloni poi hanno chiesto a Bruxelles un piano più adeguato sul fronte dei rimpatri. Ma anche in questo caso non sono arrivate risposte.

Nello scorso novembre, dopo le sollecitazioni giunte da Roma e dopo lo scontro tra Italia e Francia sul tema, la commissione ha presentato un nuovo piano di 20 punti. I tempi per l'approvazione, ammesso che si arrivi a un accordo, sono molto lunghi. E li ha precisati lo stesso rappresentante svedese, parlando del 2024.

Le parole del diplomatico di Stoccolma mostrano quindi semplicemente come in Europa il tema immigrazione non è tra i più sentiti.

E come, ancora una volta, su temi delicati i tempi dell'Ue nel prendere delle decisioni appaiono irrimediabilmente lunghi.

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