Politica internazionale

Partenze su del 600%: ora pure l'Ue certifica l'emergenza migranti

Il commissario Ue agli Affari Interni denuncia un'impennata di partenze del 600% dalla Libia orientale

Partenze su del 600%: ora pure l'Ue certifica l'emergenza migranti

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Da Bruxelles è arrivata l'ammissione di ciò che è palese già da mesi: la rotta del Mediterraneo centrale, quella che coinvolge l'Italia, è diventata molto difficile da gestire. Di situazione grave ha parlato nelle scorse ore, durante il dibattito in seno al parlamento europeo sulle operazioni in zone Sar, il commissario Ue agli Affari Interni Ylva Johansson. Quest'ultima ha esortato governi e deputati affinché si arrivi a una svolta sul nuovo patto sui migranti, considerato un primo passo verso una risoluzione del problema di accoglienza e di asilo in Europa. Intanto però l'emergenza continua e i numeri appaiono sempre più drammatici.

Le parole di Ylva Johansson

Il dibattito odierno a Strasburgo riguardava per l'appunto gli interventi in aree Sar, ossia nelle aree di soccorso e recupero di competenza dei vari Stati costieri dell'Ue. In questa ottica, il commissario Johansson ha parlato delle responsabilità libiche in merito alcuni atti di violenza riscontrati nelle operazioni nel Mediterraneo. Circostanza che ha contribuito ad alimentare gli scontri politici sulla necessità o meno di tenere rapporti con Tripoli.

L'esponente dell'esecutivo comunitario ha condannato ogni atto di violenza. "La guardia costiera libica - ha dichiarato in aula - deve portare avanti le proprie mansioni nel pieno rispetto del diritto internazionale. Ogni azione di violenza è inaccettabile". Se quindi da un lato c'è la condanna a ogni violenza, dall'altro però nelle parole di Johansson emerge anche un riconoscimento degli accordi con la Libia. Circostanza ben evidente nel passaggio in cui esorta la guardia costiera di Tripoli a rispettare le proprie mansioni.

Il perché da Bruxelles si sta mandando avanti questa linea dipende soprattutto dai numeri riguardanti la rotta libica. "Le partenze della Libia orientale sono aumentate del 600% quest'anno - ha sottolineato Ylva Johansson - La Libia rimane una situazione molto complicata, come dimostrano i fatti recenti". La preoccupazione è data quindi dal fatto che dal Paese nordafricano stanno arrivando sempre più migranti, rendendo quindi difficile la gestione dell'accoglienza soprattutto dell'Italia.

Da Roma simili preoccupazioni sono state espresse già da tempo. Il Viminale da almeno un anno ha rintracciato un deciso aumento di partenze dall'est della Libia, dalla zona cioè controllata da Khalifa Haftar. Prima del 2022, da queste parti non salpava alcuna imbarcazione diretta verso l'Italia. Poi l'esplosione di partenze, alimentata da milizie vicine al generale. Non a caso, durante la visita dello stesso Haftar a Roma, dove ha incontrato anche il presidente del consiglio Giorgia Meloni, l'immigrazione ha rappresentato uno dei temi più toccati.

Pochi giorni dopo, a Bengasi l'esercito guidato dal generale ha bloccato decine di migranti pronti a partire verso l'Italia, tanti altri invece li ha rispediti oltre il confine egiziano. Forse il segnale di un cambiamento di linea da parte di Haftar, in parte già riscontrato anche ad ovest dove le forze di Tripoli agli ordini del premier Abdul Hamid Ddeibah hanno iniziato a prendere di mira diversi gruppi di trafficanti. Ma la situazione è ancora molto grave. Dal primo gennaio a oggi, secondo il nostro ministero dell'Interno, sono arrivati 73.414 migranti. Nello stesso periodo del 2022 la cifra si è fermata a 31.333.

In Europa si è ancora lontani da ogni accordo

Anche se l'Italia non è stata espressamente nominata nel discorso di Johansson, il riferimento alle difficoltà sulla rotta libica richiama inevitabilmente le difficoltà rimarcate già da tempo da Roma. Anche per questo il commissario ha voluto rimarcare l'importanza di approvare in tempi brevi il nuovo patto sui migranti. "Faccio un appello - ha dichiarato - affinché si arrivi a conclusione sul nuovo patto sui migranti. Nel patto abbiamo proposto misure di solidarietà proprio nella ricerca e nel soccorso". Un patto però al momento molto lontano dal diventare realtà. Nell'ultimo consiglio europeo il veto di Ungheria e Polonia ha fermato l'accordo, durante l'attuale semestre spagnolo di presidenza difficilmente si giungerà a un nuovo tentativo di compromesso.

L'europarlamento, nel corso del dibattito odierno, sta anche discutendo circa la possibilità di avviare una missione nelle acque Sar dirimpettaie al nord Africa. Missione che però, secondo Johansson, deve avere tra i punti principali quello di lottare contro i trafficanti. Tutto in divenire quindi e molto al momento lasciato al corso degli eventi.

L'impressione è che l'Italia, per ridimensionare l'attuale portata dell'emergenza, deve sperare unicamente nelle proprie forze.

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