Per l'investitura ufficiale di Giuseppe Sala a candidato sindaco di Milano c'è ancora tempo. Così, chi ieri si aspettava una parola definitiva da parte di Matteo Renzi è rimasto deluso. «Grazie Beppe. Non posso dire altro per ovvie ragioni...», si è limitato a buttar lì il premier durante la presentazione del progetto per il dopo Expo. Niente di più, anche se i rumors danno ormai per certa la candidatura di Sala. Quello su cui pare si stia invece ragionando sono i tempi e soprattutto i modi della discesa in campo. Nel senso che c'è da decidere non solo la squadra che si porterà dietro (a partire dal vicesindaco), ma anche da capire se Giuliano Pisapia darà la sua benedizione e se il commissario di Expo sarà incoronato attraverso le primarie oppure se sarà sufficiente l' imprimatur di Renzi.
Una candidatura, quella di Sala, che come è stato già detto segnerebbe un deciso passo in avanti verso il Partito della nazione, con la sinistra che molto probabilmente finirebbe per appoggiare un altro candidato e Ncd lombarda in grande sofferenza, divisa tra chi è pronto a schierarsi con Sala e chi vorrebbe invece rientrare nell'area del centrodestra magari portando a casa la candidatura a sindaco di Maurizio Lupi.
Uno scenario, questo, monitorato con grande attenzione da un Matteo Salvini che pare non aver ancora sciolto definitivamente la riserva. È da qualche giorno, infatti, che il segretario della Lega avrebbe ricominciato a prendere in considerazione l'ipotesi di correre in prima persona come candidato sindaco.
La partita, certo, è rischiosa, soprattutto se la sfida è contro uno che come Sala pesca voti tra i moderati. D'altra parte, i sondaggi dicono che Salvini fatica sì nel centro storico di Milano ma va benissimo nella più popolosa periferia. Politicamente, poi, il leader leghista potrebbe avere interesse a monetizzare il suo consenso adesso invece che imbarcarsi nella partita per la premiership . Nonostante i consensi non siano più quelli di un tempo, Silvio Berlusconi rimane infatti ancora decisivo nell'indicare il futuro candidato premier del centrodestra.
E se alla fine decidesse di «benedire» qualcun altro - magari una figura più moderata o, chissà, un altro leghista - per Salvini il rischio di restare a mani vuote sarebbe altissimo.Tutte questioni su cui il segretario del Carroccio sta ragionando. Anche se la riserva la scioglierà davvero solo quando si saprà con certezza chi sarà il candidato del Pd.
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