Cronaca nera

Accoltella la docente, minaccia i compagni con la pistola (finta): 16enne in psichiatria

Ieri mattina gli altri allievi al secondo piano dell'Istituto di istruzione superiore Emilio Alessandrini di Abbiategrasso non potevano comprendere quel che stava succedendo

Accoltella la docente, minaccia i compagni con la pistola (finta): 16enne in psichiatria

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Ieri mattina gli altri allievi al secondo piano dell'Istituto di istruzione superiore Emilio Alessandrini di Abbiategrasso (un'ora a Sud Ovest di Milano) non potevano comprendere quel che stava succedendo: sentivano solo gente che correva nei corridoi, lunghi silenzi intervallati da urla. Così, per sicurezza, si sono barricati in classe, in silenzio. «Con la nostra prof abbiamo deciso che era meglio chiudere la porta e comportarci così. Quando finalmente siamo usciti tutti abbiamo visto delle ragazze che si abbracciavano e piangevano, la professoressa d'italiano che si teneva il braccio sanguinante, stavano arrivando le ambulanze...» spiega serissimo un ragazzo con la frangia e i capelli scuri.

Loro, gli allievi della seconda A, il terrore invece l'hanno vissuto in prima persona, dentro la loro classe: «C'era una specie di tensione nell'aria, ma te ne accorgi dopo, ripensandoci - racconterà poco più tardi un'allieva testimone diretta dei fatti ai carabinieri - Ho notato subito che lui era particolarmente silenzioso e non collaborava. Lo sapevamo tutti che rischiava di essere rimandato in due materie, che aveva preso una raffica di note e anche la valutazione della sua condotta era problematica. Segni d'instabilità però non ne aveva mai dati, mai...Così ci ha lasciati sbigottiti quando, dopo aver accoltellato la prof al braccio destro, ha frugato nuovamente nello zaino e ha tirato fuori una pistola. Sembrava che il tempo si fosse cristallizzato intorno a noi. Lui era in evidente disagio, ma calmo all'apparenza. Ha sussurrato Andate fuori. Mi dispiace ragazzi, mi dispiace....».

Ore 8.20, via Einaudi, Istituto Alessandrini, indirizzo liceo scientifico di scienze applicate. In seconda A alla prima ora si tiene una lezione sui Promessi Sposi. La professoressa di italiano e storia, Elisabetta Condò, 51 anni, divide i ragazzi in gruppi per un lavoro sul Manzoni. L'insegnante si avvicina a uno dei gruppi, dà una mano, li segue per un po' e qualche minuto prima di allontanarsi si rivolge a uno di loro, un sedicenne: «Tra una ventina di minuti ti interrogo in storia». Il giovane è tranquillo, fa cenno di sì, chiede ancora una volta tra quanto verrà interrogato come se volesse essere sicuro, la prof glielo ripete e lui le risponde: «Tra cinque minuti arrivo». Toni pacati e corretti da entrambe le parti. Ma mentre l'insegnante si gira per allontanarsi verso un altro gruppo, il ragazzo, rimasto sempre in silenzio dall'inizio dell'ora, si mette a frugare nello zaino. Da lì tira fuori un pugnale da sub con una lama di 20 centimetri e colpisce più volte la donna al braccio destro e alla testa. Quindi si volta verso i compagni atterriti e immobili, mette la mano sulla pistola (rivelatasi poi un'arma giocattolo a gas, ndr) che ha pure appena estratto dallo zaino, li invita a uscire dall'aula. E mentre i ragazzi più vicini alla porta corrono di sotto, in un parcheggio all'esterno dell'istituto dove poi verranno raggiunti da tutti gli allievi della scuola, gli altri, più distanti dall'uscio, rovesciano un tavolo per servirsene come protezione. Il sedicenne intanto ha lasciato la pistola su un banco, gettato il coltello a terra e, dopo aver raggiunto il fondo della classe, siede su una seggiola e con le braccia conserte e guardando il pavimento, si mette come in attesa.

Nel frattempo la prof è uscita dall'aula. È bianca in viso ma, con l'atteggiamento solido, quasi si schermisce da chi le va accanto per soccorrerla. «Chi ha più bisogno di aiuto è lui» assicura indicando verso l'aula dell'aggressione e rifugiandosi nel bagno. Più tardi, ricoverata all'ospedale di Legnano in codice giallo, sarà visitata dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.

A scuola evacuata il 16enne viene raggiunto dai carabinieri in tenuta anti sommossa.

Se ne sta ancora seduto in fondo alla classe, biascica qualche frase incomprensibile mentre si sta graffiando un braccio da cui gli esce sangue, ma non opporrà resistenza a chi lo porterà in ambulanza al reparto di psichiatria dell'ospedale San Paolo di Milano.

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