Le urla forsennate davanti la casa della madre. Poi la figura di un uomo in fuga, per le strade del quartiere Monte Mario. E lei, Rossella Nappini, ormai cadavere, a terra, in un lago di sangue. Uccisa con almeno sei coltellate all'addome e in altre parti del corpo da un assassino che ha atteso che la donna, 52 anni, uscisse dall'abitazione in cui vive l'anziana madre con la sorella, al 63 di via Giuseppe Allievo, per saltarle addosso impugnando un coltello.
Fra i primi sospetti l'ex marito della vittima, rintracciato dagli uomini della squadra mobile per essere interrogato. Ma l'uomo nel momento dell'omicidio si sarebbe trovato altrove. Sono passate le 17 di ieri quando un condòmino sente gridare aiuto. L'uomo si precipita per le scale e solo per un istante non incrocia il killer che sbatte dietro di sé il portone, raggiunge il cortile e corre in strada attraverso il cancello principale. La donna è nell'androne della palazzina, agonizzante.
Vengono allertati i soccorsi. Quando arriva la prima ambulanza non c'è nulla da fare, il corpo è sul pavimento, privo di vita. Inutile ogni manovra per rianimarla, infermiera da anni al San Filippo Neri, molto attiva nel sindacato, due figli adolescenti, separata e con un nuovo compagno. Sul posto le volanti della polizia, gli agenti della sezione omicidi della mobile romana e il pm che si occupa del caso, Claudia Alberti, assieme al pool di magistrati specializzato nei «codici rossi», la violenza di genere. Sono andati avanti fino a sera i rilievi della scientifica sul luogo dell'ennesimo femminicidio, il 72esimo dall'inizio dell'anno in Italia sugli oltre 180 omicidi. L'ultima vittima pochi giorni fa a Foggia, il 28 agosto: Francesca Romana Marasco, tabaccaia 70enne, uccisa a coltellate durante una rapina.
La pista seguita dalla polizia per la morte della Nappini è quella passionale. Un delitto maturato da un rapporto finito da tempo e culminato con una violenta lite. Secondo le prime indagini, premeditato visto che l'assassino si era portato un coltello. Non è chiaro se l'arma sia stata trovata dagli agenti che hanno repertato, tra le altre cose, la borsetta della vittima. «Da un po' di tempo era tornata a vivere qui, nella casa che la mamma divide con la sorella - raccontano i vicini ancora sconvolti per l'accaduto -, credo dopo la separazione con il marito. Una persona solare ma al tempo stesso battagliera, sempre impegnata nel sociale». Nel 2012 la donna si era battuta contro i tagli decisi dalla Regione Lazio per l'ospedale in cui lavorava, finendo più volte sui giornali. «È una struttura cattolica, dovrebbe essere amministrata dal Vaticano» diceva. Non solo. Prima dell'emergenza Covid la Nappini avvia una raccolta fondi destinati proprio alle donne vittime di violenza. «Per il mio compleanno - scrive in un post su Fb - chiedo donazioni per la Casa delle donne Onlus. Un'organizzazione no profit con un obiettivo molto importante per me».
La Procura, intanto, ha aperto un fascicolo per omicidio volontario e, mentre la polizia è a caccia dell'assassino, ha disposto l'esame autoptico il cui incarico verrà conferito nei prossimi giorni. Da stabilire esattamente il numero dei colpi inferti, in quali parti del corpo e quale di questi ha raggiunto organi vitali.
Sequestrato anche il suo telefono cellulare per verificare messaggi e contatti avuti nelle ore prima dell'agguato mortale. Al vaglio degli inquirenti anche le telecamere di sicurezza nella zona che potrebbero aver ripreso l'auto del killer.
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