Asse Roma-Ankara su difesa, gas e digitale

L'obiettivo: "Arrivare a un interscambio di 40 miliardi di dollari"

Asse Roma-Ankara su difesa, gas e digitale
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È un rapporto consolidato e oliato nel tempo, quello tra Italia e Turchia e tra Giorgia Meloni e Recep Tayyip Erdogan. Un dialogo che si è rafforzato attraverso cinque incontri negli ultimi due anni e ha portato ieri all'organizzazione del quarto Vertice Italia-Turchia a Villa Pamphili e al Forum di dialogo imprenditoriale.

«Ci sono le basi per rafforzare ancora di più il nostro partenariato», dice Giorgia Meloni. «L'Italia è il primo partner commerciale della Turchia nell'area del Mediterraneo e il secondo in Europa con un interscambio cresciuto da 26 miliardi nel 2023 al record di oltre 32 miliardi di dollari nel 2024». Ma per sfruttare al meglio le opportunità offerte da un Paese ad alto potenziale di crescita, la volontà è quella di alzare ulteriormente l'asticella. «Abbiamo superato con ben cinque anni di anticipo l'obiettivo di un interscambio pari a 30 miliardi fissato nell'ultimo vertice intergovernativo. Per questo abbiamo deciso di fissare un nuovo obiettivo e puntare a raggiungere i 40 miliardi di dollari».

Sotto i riflettori c'è soprattutto il settore della Difesa. Lo scorso 5 marzo Leonardo e la turca Baykar (che ha acquisito Piaggio-Aerospace), hanno firmato un'intesa per una collaborazione nello sviluppo dei droni e dei velivoli senza pilota, da sviluppare insieme per arrivare a conquistare il mercato europeo, cementando così l'alleanza sul piano geopolitico. Una joint venture in via di costituzione che Giuseppe Cossiga, presidente della federazione delle aziende italiane per l'aerospazio, parlando con Formiche, giudica positivamente: «L'Italia sta cogliendo una opportunità strategica che altri hanno trascurato». Ma tra i moltissimi ambiti di collaborazione c'è anche il fronte digitale. Con «l'accordo tra Tim Sparkle e Turkcell per connettere la Turchia all'Italia e all'ecosistema europeo delle telecomunicazioni, realizzeremo una dorsale digitale all'avanguardia lunga circa 4000 chilometri che attraverserà il Mediterraneo e migliorerà la connettività tra l'Europa, il Medio Oriente e l'Asia».

La nostra è una «cooperazione a tutto campo. Rafforziamo la collaborazione energetica, in particolare per l'approvvigionamento di gas naturale attraverso il Tap. Inoltre consolidiamo la nostra cooperazione nell'ambito dello spazio, nello sviluppo infrastrutturale e nei trasporti a partire dall'alta velocità ferroviaria, nella valorizzazione delle nostre ricchezze culturali e archeologiche, e nello sport».

Erdogan si sintonizza sulla stessa lunghezza d'onda sottolineando i reciproci vantaggi. «L'Italia è tra i primi cinque partner del nostro commercio estero. Gli investimenti reciproci stanno procedendo positivamente. Negli ultimi 22 anni, più di 1.500 aziende italiane hanno investito 5 miliardi di dollari nel nostro Paese. Anche le aziende turche hanno effettuato negli ultimi anni investimenti significativi in Italia in settori quali l'industria della difesa, l'aviazione, gli elettrodomestici e la produzione di vetro, contribuendo in modo significativo allo spirito di partnership tra i due Paesi».

Un senso di ottimismo che permea tutti gli interventi, come confermano le parole di Adolfo Urso.

«Rappresentiamo i due polmoni della crescita economica della macroarea euromediterranea», dichiara il ministro delle Imprese. «Dopo una pandemia, numerosi conflitti, sanzioni e barriere tariffarie, l'Europa deve seguire una nuova direttrice: quella del Sud globale e del Sud-Est asiatico. Roma e Ankara possono aprire una nuova fase».

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