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Assist di Mattarella all'esecutivo: "La Ue si impegni". La premier replica agli attacchi

Ma l'Europa? Che fanno a Bruxelles? Perché l'Unione, si chiede Sergio Mattarella, non prende in mano la situazione, per quale motivo non "assume finalmente, in concreto, la responsabilità di governare il fenomeno"

Assist di Mattarella all'esecutivo: "La Ue si impegni". La premier replica agli attacchi

Ma l'Europa? Che fanno a Bruxelles? Perché l'Unione, si chiede Sergio Mattarella, non prende in mano la situazione, per quale motivo non «assume finalmente, in concreto, la responsabilità di governare il fenomeno», come mai non cerca di «sottrarre il controllo dei flussi ai trafficanti di esseri umani»? Il «dolore» immenso del capo dello Stato per «una tragedia che non può lasciare indifferenti», una delle tante sulle nostre coste, «l'ennesima nel Mediterraneo», mare di frontiera. «Molti di loro provenivano da Afghanistan, Iran, Siria e fuggivano da condizioni di grande difficoltà. Adesso va assicurata un'accoglienza adeguata».

Però, aggiunge Mattarella, ora basta, l'Italia non deve più essere abbandonata. «Serve un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause degli sbarchi: guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico». Occorre soprattutto che «la Ue si impegni direttamente nelle politiche migratorie». Ormai «è indispensabile», conclude, mentre Papa Francesco parla del naufragio durante l'Angelus. «Prego per le vittime e ringrazio i soccorritori».

E intanto Giorgia Meloni si ritrova in buona parte sulla stessa linea del Colle, «dolore» e richiesta all'Europa di dare una mano, controllando i confini esterni e sviluppando progetti di aiuto nei Paesi di origine. «Il governo è al lavoro per impedire le partenze e con esse il consumarsi di certi drammi, e continuerà a farlo esigendo la massima collaborazione dagli Stati di provenienza». Il decreto Piantedosi con la stretta sulle Ong, sostiene la premier, stavolta non c'entra nulla. «Si commenta da sé chi specula su questi morti, dopo aver esaltato l'illusione di un'immigrazione senza regole. È criminale mettere in mare un'imbarcazione di 20 metri con 200 persone a bordo con previsioni meteo avverse. È disumano scambiare la vita col prezzo del biglietto e la falsa prospettiva di un viaggio sicuro».

Cambierà qualcosa? L'Italia intende provarci «internazionalizzando» la questione. Antonio Tajani ne ha già parlato con il segretario di Stato americano Bkinken e vuole portare il tema al prossimo Consiglio dei ministri Ue di Giustizia, Interno e Esteri. «Ha ragione il presidente della Repubblica. Dobbiamo convincere gli europei che i settemila chilometri di litorali italiani sono la frontiera esterna dell'Unione. Non è un nostro capriccio, la questione deve riguardare tutti. Servono investimenti, serve una strategia, serve pure un maggiore intervento di Frontex. Bisogna stringere accordi comuni, a livello europeo, con i Paesi di origine. Aiuti per la crescita, cooperazione, senza però dare soldi ai dittatori». Ursula von der Leyen promette una svolta. «Tutti insieme dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per il Patto sulla migrazione e per il Patto d'azione sul Mediterraneo centrale».

Intanto a Crotone c'è l'ordinaria amministrazione della tragedia: gente da salvare, cadaveri da recuperare, feriti da curare, soccorsi da organizzare. «È il lavoro di chi sta nei territori, a contatto con la realtà di tutti i giorni - si lamenta Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria - Lo Jonio è ormai il punto di approdo delle rotte illegali di esseri umani. Che cosa ha fatto la Ue in questi anni? Dov'è l'Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine ha fatto il dialogo con gli Stati di partenza? Qui la situazione sta diventando davvero ingestibile».

In serata arriva il ministro dell'Interno. «La mia presenza qui è doverosa - dice - è il segnale di attenzione dello Stato. Mi chiedo come sia possibile organizzare traversate simili, come sia possibile spingersi al punto di coinvolgere donne e bambini in viaggi così pericolosi». Le cause del naufragio? «Il barcone si è spezzato in due su una secca».

Si poteva fare di più prima? «Con quel mare non esistono soluzioni salvifiche».

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