Forse noi non siamo soli. È l'ossessione degli E.T.

Dopo aver favoleggiato su extraterrestri esotici, il dubbio che siano nostri simili

Forse noi non siamo soli. È l'ossessione degli E.T.

Insomma, c'è un'altra Terra. Quanto al nome -va detto subito - si può fare di meglio: il Kepler 452B sembra un modello di aspirapolvere. Diciamo che è un nome provvisorio, scritto a penna su un post-it . I «keplerini», sempre che gliene importi qualcosa, faranno bene a rivolgersi al più presto a uno studio di management che ne ricollochi il brand . Dopo anni trascorsi a sognare Solaris, Krypton e Pandora non possiamo certo favoleggiare su un pianeta che sembra un codice fiscale.

Che poi i guardoni spaziali della Nasa ci informano anche che ci sarebbe un'altra dozzina di pianeta simile al nostro gemello: tutti grandi più o meno come noi, al massimo il doppio e come noi con il vizio di orbitare attorno alle loro stelle simili al sole. Di questi, poi, nove hanno condizioni - temperatura, esposizione alla luce eccetera - davvero molto simili al nostro, ciò che fa pensare che possano ospitare acqua e quindi la vita. Insomma, non solo noi non siamo soli - come raccontavamo in Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo - ma rischia di esserci un certo affollamento nell'universo. Tipo Tangenziale alle 8 di mattina.

Il fatto è che siamo di fronte a un grande tabu: l'idea che un altro pianeta simile alla Terra esista davvero ci inquieta non poco. Abbiamo sempre favoleggiato di pianeti abitati da strani personaggi di solito verdi (colore che nella collezione autunno-inverno della fantascienza si porta molto), con un numero di occhi variabile come i tatuaggi di Balotelli e strani aggeggi come proboscidi, antenne, orecchie a imbuto che altro che Apple Watch . Dovessimo scoprire che nella Terra-2 (pure questo va mica bene: fa così centro residenziale da piccola borghesia contegnosa) i keplerini portano le infradito, ascoltano la versione locale di Fedez e si lamentano per le buche ciò potrebbe essere al contempo deludente e terribilmente affascinante.

Lo sappiamo: l'Italia e il mondo intero in questo momento staranno facendo la stessa battuta declinata in modo diverso. Variante fiscale: un'altra Terra? Dovremo pagare l'Imu anche su quella? Variante familiare: vuol dire che forse ho una suocera anche là? Variante calcistica: ci sarà anche su Kepler una Juventus che tutti gli anni vince lo scudetto comprando gli arbitri? Variante telefonica: ma sulla Terra-2 Wind avrà campo? Variante politica: ora la Lega strillerà contro il possibile arrivo di astrobarconi?

Esaurito il repertorio di battute (anzi no, sentite questa: ma siccome la Terra-2 è più anziana della nostra, vuol dire che pagheremo noi le pensioni ai keplerini?) c'è da confrontarci con un mito letterario e cinematografico che torna prepotente: quello del mondo altro. In questa pagina scioriniamo le immaginazioni di maggiore fascino e penetrazione nell'immaginario.

Va aggiunto che nella letteratura, dove non c'è nemmeno il fastidio di spendere milioni di dollari per gli effetti speciali, c'è forse il pianeta più bello di tutti: Kalgash, inventato da Isaac Asimov per un suo racconto, «Notturno»: un pianeta illuminato da ben sei soli. E ora, continuate a lamentarvi per il caldo di questi giorni.

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