Tutto previsto, tutto come doveva andare. O forse no. La bocciatura della manovra da parte della Ue arriva a fine mattinata, ma non sono certo le risposte che arrivano dal governo che possono rassicurare. «Non arretriamo», dicono leghisti e grillini a una sola voce. «La Ue comprenderà la bontà delle nostre misure», azzarda Toninelli ma, appunto, è solo Toninelli. «È una procedura lunga», cerca di consolarsi la presidente del Monte dei Paschi, Stafania Baratti, eppure da Bruxelles si fa sapere che la procedura per deficit eccessivo all'Italia potrebbe arrivare «anche entro la fine dell'anno» (Dombrovskis). «Con emendamenti proteggeremo banche e risparmiatori», sperano i grillini, ma Moscovici dice che «pagheranno imprese e risparmiatori».
Per la tragedia greca poco ci manca. Silvio Berlusconi rompe gli indugi, dando corpo all'operazione che nelle ultime settimane muove da preoccupazioni sempre più impellenti. «Non è tanto il parere dell'Europa in se stesso che ci preoccupa - dice il leader di Forza Italia -, è il giudizio degli investitori e dei risparmiatori, che si sono già pronunciati in modo severo sulla politica economica del governo gialloverde, e che trarranno dalla bocciatura europea ulteriori motivi di diffidenza verso l'Italia. Quello che vediamo è un crescente pericolo per il risparmio degli italiani e per il futuro delle imprese. Non soltanto si allontana sempre più ogni prospettiva di crescita e quindi di calo della disoccupazione, ma la diffidenza degli investitori internazionali mette in fuga i capitali e ci espone a manovre speculative». Alcuni, anche nel centrodestra, prendono le parti dell'Italia all'insegna del motto: giusto o sbagliato che sia, è il mio Paese. Giorgia Meloni, per esempio, vede «un altro attacco da parte della moribonda commissione europea, sempre attenta con noi ma distratta quando le regole vengono violate da Francia o Germania». Più o meno dello stesso tenore le reazioni del sindacato Ugl, del pidino Boccia («Vi sorprenderò: sono dalla parte dell'Italia»), dell'eurodeputato azzurro Maullu, che ricorda come la commissione Ue sia «schiava dell'asse franco-tedesco».
Ma Berlusconi avverte il pericolo di posizioni che, pur non avendo tutti i torti, in questo momento non aiutano a uscire dall'enpasse. «Prendersela con l'Europa per questo è come prendersela con il medico che certifica una malattia - ricorda - Il medico può essere più o meno simpatico, ma la malattia è stata inoculata nella già gracile economia italiana dalla dissennata politica di spesa del governo. Le uniche azioni davvero ricostituenti, come il calo delle tasse attraverso la flat tax, sono scomparse dall'agenda governativa». E se il giudizio pessimo sulla manovra sembra ormai un fatto assodato per le opposizioni, gli azzurri (Tajani, Bernini, Brunetta) rilevano il pericolosissimo isolamento dell'Italia.
Di fallimento dei gialloverdi parla anche la sinistra, mentre dal Pd si levano alti lai: «L'Italia rischia di saltare (Zingaretti); «governo irresponsabile» (Martina); «governo miglior amico degli speculatori» (Renzi). Certo, siamo all'anno zero: nessuno degli amici del Nazareno ne sa qualcosa?
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