
Le criptovalute sono il campo dei miracoli di Pinocchio e rischiano di innescare una crisi finanziaria come quella dei subprime del 2008. È l'allarme lanciato ieri da Paolo Savona nel suo ultimo discorso al mercato come presidente della Consob. Davanti alla platea della sede della Borsa in Piazza Affari ha sottolineato il loro ruolo destabilizzante anche a seguito dell'intento dell'America di fare di stablecoin e bitcoin una valuta di riserva alternativa parallela al dollaro, "ponendo gli Stati Uniti al centro operativo mondiale di questi nuovi strumenti virtuali".
Alle turbolenze più recenti, secondo Savona, "ha concorso il movimento della faglia tellurica delle cryptocurrency sottostante al territorio monetario e finanziario tradizionale, con possibili sbocchi dalle proporzioni imperscrutabili; il rischio è riemerso sotto la spinta dell'illusione di facili guadagni ben descritta da Carlo Collodi nel Campo dei miracoli di Pinocchio e ha trovato alimento nel successo conseguito da quelli che hanno sfruttato l'occasione offerta dallo sviluppo delle tecnologie informatiche". Per Savona restano un pericolo soprattutto le versioni delle cripto che "non consentono la conoscenza delle contrattazioni da parte di esterni al circuito". Insomma, potrebbero diventare presto come i mutui subprime: "Non può sfuggire l'analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello Stato", ha detto Savona. Secondo il quale, l'Unione europea dovrebbe trasformare l'euro in una moneta as good as gold "per contrastare l'identificazione tra l'oro e le cryptovalute".
Savona ha anche avanzato riflessioni e proposte che, ha tenuto a precisare nella premessa con un curioso caveat, "non coinvolgono la responsabilità dei colleghi commissari" (evidentemente non tutti i commissari hanno condiviso alcuni punti del discorso). Di certo si è tolto qualche sassolino dalla scarpa sul risiko bancario e sull'esercizio del Golden Power. Su questo tema il presidente di Consob ha sottolineato "le incertezze applicative di una normativa ufficialmente introdotta come extra-ordinem, diventata poi multi-purpose (cioè multiuso, ndr), sotto la spinta della nuova fase geopolitica di una caduta di dialogo tra Stati". E ancora: "L'interazione tra le regole del gioco di mercato e societarie stabilite dal Tuf e le norme sul Golden Power presenta aspetti che richiedono di essere perfezionati e coordinati con le regole dei trattati europei". Quanto al risiko e alle varie offerte che agitano il settore, Savona ha detto "non siamo stati silenti" e ha snocciolato i numeri: "Dalla seconda metà del 2024 una parte significativa del sistema bancario e finanziario ha preso importanti iniziative, avviando sei offerte pubbliche di acquisto e/o scambio che, al di là del consueto lavoro richiesto in attuazione delle norme vigenti, hanno generato 52 esposti o richieste di chiarimento da parte degli stessi soggetti convolti", esposti che "tra ieri e oggi sono diventati 54", ha aggiunto.
Ha poi accennato a tensioni con la Banca centrale europea, peraltro non nuove, in merito ai poteri di vigilanza sulle Ops bancarie: "Poiché il processo di attuazione delle offerte pubbliche passa anche attraverso decisioni della Bce, sono insorte difficoltà di dialogo che hanno sollevato incertezze nascenti dai tempi di risposta, nonostante la Consob avesse sottoscritto un memorandum of understanding che impegna le due istituzioni a scambiarsi informazioni senza necessità di specifici solleciti formali".