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Blitz al Cpr di Milano. E la sinistra specula

Indagini su cibi e cure al centro per i rimpatri. E l'opposizione ora vuole chiudere tutte le strutture

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Il Cpr-Centro di permanenza e rimpatrio per migranti, nella fattispecie quello di Milano in via Corelli, cardine del sistema di accoglienza, finisce in un'inchiesta della Procura per inadempienze e trattamento disumano da parte della società che lo gestisce. E dopo il blitz di prima mattina ieri di pm e Guardia di finanza il centrosinistra coglie l'occasione per ribadire la richiesta di chiusura di tutti i Cpr.

La struttura di via Corelli ha 72 posti destinati a persone che sono in attesa di essere espulse dall'Italia. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Giovanna Cavalleri e Paolo Storari indagano per le accuse di frode in pubbliche forniture e turbativa d'asta. Nel mirino sono finiti la società che ha vinto l'appalto, concesso dalla Prefettura, per la gestione del centro, la Martinina srl di Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno, e gli amministratori Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso. L'ispezione in via Corelli ha rilevato condizioni di detenzione inaccettabili, in parte già denunciate sia da una visita nel marzo 2023 dell'associazione Naga sia da quella del maggio 2022 dell'allora senatore Gregorio de Falco. Cibo avariato, assenza di medici e assistenza sanitaria, di mediatori e assistenza linguistica e legale, assenza pure di supporto religioso e sociale per non parlare della mancanza totale di igiene. Tutti servizi garantiti dalla Martinina al momento di stringere l'accordo da 4,4 milioni di euro per un anno nell'autunno del 2022 ma, appunto, inesistenti. Ancora: malati oncologici e psichiatrici e tossicodipendenti certificati come idonei alla permanenza nella struttura.

La società aveva garantito, con documenti depositati in Prefettura, una serie di convenzioni con associazioni che si occupano di mediazione e assistenza ai migranti. Tuttavia le firme e i timbri sui documenti sono risultati falsi e le associazioni chiamate in causa ignare. Emergerebbe un difetto di controllo da parte dell'ente appaltante, la Prefettura, che sembra non essersi accorta della situazione. Anche se da corso Monforte ieri hanno comunicato che «nell'ambito della costante ed approfondita attività di monitoraggio» nei Cpr «nei mesi scorsi erano emerse criticità gestionali a carico del medesimo soggetto». E che «la Prefettura aveva avviato a carico dell'ente gestore un procedimento amministrativo per la contestazione di talune condotte ritenute contrarie agli obblighi contrattuali». C'erano state quindi una multa e una segnalazione alla Procura. «Da tempo - interviene la senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi - diciamo che i Cpr sono vere e proprie galere e andrebbero aboliti». Così il capogruppo lombardo del Pd Pierfrancesco Majorino: «Da tempo chiedo la chiusura del Cpr di via Corelli, come peraltro ha fatto mesi fa il Consiglio comunale di Milano, votando una mozione palesemente ignorata». I parlamentari Pd Silvia Roggiani e Franco Mirabelli invocano «l'immediata chiusura del centro di via Corelli fino al termine delle indagini della Procura» e annunciano una interrogazione al ministro dell'Interno. Lo stesso fanno il segretario Pd a Milano e il capogruppo in Comune, Alessandro Capelli e Filippo Barberis: «In Consiglio comunale chiederemo la chiusura del Cpr almeno fino alla fine delle indagini».

Il deputato di Fdi Riccardo De Corato invece parla di «solito sciacallaggio» della sinistra.

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