
Quando la vita di un cronista diventa una notizia, il giornalismo muore. Il conduttore di Report Sigfrido Ranucci è ancora sotto choc per l'attentato che poteva ucciderlo, davanti al cancello di casa sua a Campo Ascolano, vicino all'aeroporto militare di Pratica di Mare. Lo scoppio dell'ordigno ha devastato la Opel Adam e la Ford Ka Plus della figlia del giornalista, parcheggiate davanti al cancello di casa alto meno di due metri. La ragazza "era passata lì davanti davvero pochi minuti prima, avrebbero potuto ammazzare anche lei", dice il vicedirettore Rai a Repubblica e Corriere. Il boato che ha squarciato l'altra notte la periferia romana dove da 30 anni abita con la moglie e i tre figli - anche loro da ieri sotto scorta al massimo livello - è un brutto segnale per tutto il mondo dell'informazione. "Un'esplosione fortissima che ha fatto tremare tutta la zona", dicono impauriti i suoi vicini di casa, "sono anni che chiediamo invano al Comune di posizionare almeno un paio di telecamere in quella strada". Erano da poco passate le 22:15, il conduttore era rientrato a casa da pochi minuti dopo una settimana in trasferta. "Io abito a 500 metri e la botta è stata molto potente, ho capito che era successo qualcosa di brutto", ha detto un altro vicino. L'esplosione è stata sentita in tutta la zona.
La Rai ha deciso di fare quadrato attorno a lui: "Respingiamo con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro", dice l'amministratore delegato Giampaolo Rossi, che con il direttore generale della Rai Roberto Sergio ("L'essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce", dice) e tutti i membri del Cda l'ha incontrato nel cortile di via Teulada, interrompendo la seduta con all'ordine del giorno il piano industriale. L'incontro è stato preceduto dall'assemblea straordinaria convocata dal Cdr degli Approfondimenti, di cui Ranucci è vicedirettore. Davanti alla sede Rai si erano date appuntamento Fnsi, Usigrai e Stampa Romana, unite contro "la campagna d'odio contro il giornalismo d'inchiesta che deve finire". La politica tutta si è schierata dalla sua parte, l'ex premier Giuseppe Conte ha voluto manifestargli la propria solidarietà, prima a casa sua poi di persona: "La politica lo ha delegittimato paralizzando la Vigilanza Rai e ora esprime solidarietà". Da più parti si chiede che i politici rinuncino "alla montagna di querele che gli hanno buttato addosso", sottolinea Conte appena arrivato al presidio, oggi alle 11 ce ne sarà un altro davanti alla chiesa di Sant'Agostino di Pomezia, martedì è annunciato quello sponsorizzato dai Cinque stelle.
Ieri mattina, dopo i rilievi degli inquirenti, la moglie ha lasciato l'abitazione di Campo Ascolano, non lontano dall'aeroporto militare di Pratica di Mare poi è tornata con due dei tre figli, accompagnata all'arrivo dai militari dell'Arma. "Dai proiettili alla bomba è un salto di qualità preoccupante", confessa Ranucci, che ha incassato la solidarietà del presidente della Repubblica Sergio Mattarella del premier Giorgia Meloni e di tutto l'arco costituzionale, senza eccezioni.
I verbali sono stati secretati, l'inchiesta è ancora all'inizio ma Ranucci ha la forza di rivelare che l'ordigno sarebbe stato posizionato "dove sono rientrato, quindi conoscevano le mie abitudini, perché lo ha messo in un punto dove passo solitamente". Le indagini si muovono in diverse direzioni, comprese quella della malavita organizzata e quella che riconduce agli ultras: "Abbiamo delineato con i magistrati un contesto. Ci sono quattro-cinque tracce importanti che però per coincidenza alla fine riconducono sempre agli stessi ambiti.
Sono cose molto complesse da provare", rivela ancora Ranucci, che dopo aver parlato con i pm due ore ammette alla Vita in Diretta di avere paura anche per i suoi familiari: "Il sottotitolo di quello che è successo è: Sappiamo come ti muovi e possiamo colpire la tua famiglia in qualsiasi momento".FMan