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Le "brigate miste" per controllare il confine tra l'Italia e la Francia

L'annuncio è arrivato al termine dell'incontro, il primo dopo l'attacco di Nizza, tra Luciana Lamorgese e il suo omogolo francese. Decisa una linea comune anche sull'immigrazione

Le "brigate miste" per controllare il confine tra l'Italia e la Francia

La visita di oggi del ministro dell'Interno francese, Gèrald Darmanin, al Viminale non poteva certo passare inosservata. I rapporti tra Italia e Francia sul fronte della sicurezza hanno risentito nei giorni scorsi dell'attentato di Nizza, compiuto da un tunisino sbarcato a Lampedusa il 27 settembre.

Da Parigi era trapelata forte irritazione nei confronti di Roma, i francesi hanno rimproverato al nostro Paese di non aver saputo fare da filtro. Ruggini e divergenze per il momento messe di lato, almeno a favore di telecamera dopo l'incontro nella capitale tra Darmanin e il nostro ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

“Non ho mai pensato che ci sia stata una mancanza da parte dell'Italia nell'attacco terroristico – ha dichiarato il ministro francese – Ringrazio la Lamorgese e ministri italiani per lo scambio di informazioni nei giorni successivi”.

Brigate miste per il pattugliamento dei confini

Rapporti cordiali quindi, traducibili sul fronte politico in azioni comuni per fronteggiare in primo luogo la minaccia terroristica. Dopo l'attacco di Nizza da più parti in Francia è stata sollecitata una linea dura lungo le frontiere con l'Italia. Stop ai visti, controlli più intensi, respingimenti dei cosiddetti “dublinanti”. Oggi la novità è arrivata dal via libera a un'azione congiunta per il pattugliamento dei punti più sensibili del confine.

Si parla, in particolar modo, della formazione di brigate miste italo – francesi per sorvegliare le frontiere: “Non c'è nessuna difficoltà o problemi di sicurezza fra le nostre frontiere, stiamo lavorando insieme – ha dichiarato Luciana Lamorgese ai giornalisti dopo l'incontro con il collega francese – Abbiamo sempre fatto controlli congiunti. Ritengo che la strada comune intrapresa fino ad ora sia quella giusta perché faciliterà le attività delle nostre autorità alle frontiere. La brigata mista vedrà la luce in via sperimentale. Continueremo a collaborare sempre più intensamente”.

Un esperimento quindi che partirà a breve e che poggia sulle recenti esperienze di collaborazione tra le autorità italiane e francesi. Un potenziamento del controllo che sarebbe stato chiesto soprattutto fa parte di Parigi, sotto pressione dopo gli attacchi terroristici degli ultimi giorni. L'obiettivo dell'Eliseo è fare in modo che si arrivi a un aumento dei controlli al confine, richiamando però anche il nostro Paese alla responsabilità.

Asse per convincere Tunisi a bloccare i flussi migratori

Il vero nodo però sta non tanto lungo le frontiere italo – francesi, quanto in quelle più meridionali dell'Ue. Anche Parigi si è accorta dunque dell'importanza di frenare i flussi migratori che arrivano soprattutto dalla Tunisia, Paese da cui nel 2020 sono entrati più di undicimila migranti all'interno del territorio italiano. Roma al momento non è riuscita nella sua missione: nonostante accordi annunciati e sottoscritti ad agosto con Tunisi, con la stessa Lamorgese e con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio impegnati in diversi incontri con gli omologhi tunisini, gli sbarchi stanno proseguendo. Nelle ultime ore quasi duemila migranti sono arrivati a Lampedusa. Qui il 27 settembre è approdato Aouissaoui Brahim, l'autore della strage di Nizza, il 18 ottobre invece un altro tunisino poi espulso perché sospettato di legami con l'Isis.

Gèrald Darmanin volerà a Tunisi dopo la tappa romana del suo tour: “In Tunisia esporrò la nostra posizione comune sull'immigrazione – ha dichiarato il ministro francese – La questione riguarda tutta l'Europa”.

L'obiettivo di Parigi è arrivare lì dove per il momento non è arrivata l'Italia: convincere il governo tunisino a frenare i flussi migratori.

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