
L'Unione europea «deplora profondamente» le nuove tasse di Donald Trump su acciaio e alluminio, che «minano gli sforzi in corso per raggiungere una soluzione negoziata» con gli Stati Uniti. La reazione, piuttosto piccata, è affidata a un portavoce della Commissione europea, il quale ha detto che l'Ue è «pronta» a reagire. «Se non si troverà una soluzione reciprocamente accettabile, le contromisure» europee «entreranno automaticamente in vigore il 14 luglio, o anche prima se le circostanze lo richiederanno» afferma Bruxelles ribadendo la volontà di «agire in difesa degli interessi Ue, proteggendo lavoratori, consumatori e industria».
Insomma, a distanza di giorni, si è dunque capito perché i mercati non avevano reagito con grande entusiasmo allo stop per via giudiziaria ai dazi lanciati nel «Liberation Day» di Donald Trump, varati lo scorso 2 aprile. Il presidente americano, dal canto suo, dimostra di non voler arretrare un millimetro dalla sua politica di scontro commerciale e, dopo aver incassato in appello il ritorno in vigore dei dazi, adesso attacca alzando le tasse al 50% su acciaio e alluminio importati, via percorribile al netto delle grane giudiziare visto che queste tariffe si possono infliggere nell'ambito del Trade Expansion Act del 1962 (una legge diversa da quella stoppata dalle toghe).
Così la Ue, che era rimasta concentrata sulla preparazione dei negoziati di giugno, ha dovuto fare i conti con una brutta sorpresa con la nuova stoccata, arrivata quando il clima generale sembrava essere avviato a un miglioramento.
Ora di fronte alle trattative si apre uno scenario inesplorato, che potrebbe portare a nuovi scossoni sui mercati finanziari. Da vedere se, alla fine, Trump alla fine annuncerà misure roboanti per poi fare un passo indietro come in altre circostanze. Da segnalare, nel frattempo, che il cancelliere tedesco Friedrich Merz, insediatosi il 6 maggio, incontrerà giovedì per la prima volta il presidente Trump, che lo riceverà alla Casa Bianca. Inevitabile che sull'agenda finisca anche il commercio.
«Fra le nostre prime preoccupazioni c'è l'assurda persistenza del dazio all'importazione di alluminio primario che tormenta migliaia di aziende in Italia e nell'Unione europea» lamenta Mario Conserva segretario generale della Federazione europea dei consumatori di alluminio che difende gli interessi delle imprese del settore. Ora con le nuove misure di Trump la situazione è sempre più confusa, con «un carosello di decisioni e smentite da parte del presidente americano», che minano gli stessi Usa che «non hanno neppure lontanamente la copertura interna sulle esigenze di alluminio primario delle loro industrie».
Intanto, si riaccende il dialogo tra Ue e Cina con il commissario europeo per il Commercio, Maros Sefcovic, che incontrerà martedì a Parigi il
ministro cinese Wang Wentao, a margine della ministeriale dell'Ocse. I due torneranno a confrontarsi dopo il faccia a faccia di fine marzo a Pechino, in un nuovo tentativo di raffreddare le tensioni su dazi e auto elettriche.