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Il bunker Viminale tra aiuti e fermezza. Il Pd azzanna Conte. "Perché non parla?"

Le mosse di Piantedosi e l'incognita dei pm Nordio: "La selezione? La fanno gli scafisti"

Il bunker Viminale tra aiuti e fermezza. Il Pd azzanna Conte. "Perché non parla?"

«Stiamo seguendo la situazione al porto di Catania ora per ora, ci comportiamo con umanità ma fermezza sui nostri principi. In tal senso impronteremo le prossime azioni. Stiamo lavorando sia sui tavoli europei che sui tavoli nazionali». Parola del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sulla battaglia con le Ong del mare. «Stiamo accogliendo anche altre navi che arrivano con eventi Sar (ricerca e soccorso nda). Non abbiamo fatto mancare a nessuno l'assistenza umanitaria, come ci viene internazionalmente riconosciuto», sottolinea il ministro. E assicura che «i migranti rimasti a bordo delle navi sono costantemente monitorati dagli organismi competenti». Dal «bunker» del Viminale l'ex prefetto Piantedosi, che ha gestito le crisi con le Ong da capo di gabinetto dell'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini, segue ora per ora il dossier migranti in giornate e anche nottate molto lunghe. In più c'è il timore che oggi navi da crociera arrivino al porto di Catania nel bel mezzo del caos migranti.

«La situazione è fluida. Sono giorni complicati» fanno sapere da Roma. È in corso un braccio di ferro «fra multe e ricorsi delle Ong, che dalla sera alla mattina possono portare ad un capovolgimento della situazione» aggiunge la fonte del Giornale. Il Tar potrebbe schierarsi con i talebani dell'accoglienza, ma non è escluso che la procura di Catania decida di aprire un fascicolo per resistenza a pubblico ufficiale sui comandanti delle navi che si rifiutano di salpare con i migranti rimasti a bordo. O, al contrario, che venga accolto un esposto dei pro migranti. «Si sta cercando di calibrare le risposte ed i relativi provvedimenti per trovare un modus operandi, che non serva solo in questa caso, ma pure in futuro», spiegano dal Viminale.

E in «soccorso» arrivano ogni giorno prese di posizione di altri esponenti del governo, che hanno voce in capitolo, come il responsabile della Giustizia. «La selezione dei migranti non è fatta in base ai loro interessi ma a quelli degli scafisti che li portano» è andato giù duro Carlo Nordio da Treviso. «I poveri tra i poveri, vecchi, malati, moribondi, rimangono lì» ha aggiunto il ministro della Giustizia. «Quelli che vengono in Italia possono permettersi di pagare dai due ai cinquemila euro a queste organizzazioni che li trasportano - spiega - Noi li prendiamo non perché siamo buoni ma perché siamo rassegnati». Il riferimento è ai trafficanti, ma sulla battaglia legale che si profila all'orizzonte con le Ong non ha dubbi: «Il trattato di Dublino è chiarissimo: la gestione deve essere fatta dallo Stato di primo accesso. E se una nave straniera in acque internazionali accoglie dei migranti, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave». Non a caso ieri il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha visitato la centrale operativa della Guardia Costiera, che fronteggia l'ondata migratoria.

E sul fronte estero la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato in Egitto, il presidente Abdel Fattah al Sisi, il premier britannico, Rishi Sunak, e il cancellierie tedesco, Olaf Scholz, parlando con tutti di migranti oltre ad altri temi caldi. A Parigi è volato il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, incontrando la sua omologa francese, Laurence Boone, che ha già detto ci volersi accollare una parte dei migranti delle navi Ong ribelli.

Sul fronte dell'opposizione non mancano scintille fra il Partito democratico ed i grillini. Il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, pur attaccando il governo, ha puntato sul rafforzamento del sistema di rimpatri e sul superamento del trattati di Dublino, che penalizza l'Italia. Il vicesegretario Pd, Peppe Provenzano, al termine della segreteria al Nazareno, non gli ha risparmiato una stilettata: «Mi ha colpito il silenzio e l'attesa di Conte nell'esprimere un'opinione su una vicenda che riguarda i valori e i principi fondamentali di una forza progressista.

Il Pd è stato lì dal primo momento, bisogna essere coerenti quando ci si dichiara progressisti».

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